L’ETICHETTA DELLA DISCORDIA
Vino dell’amore, guerra legale a Varese
Sul banco degli imputati il legale rappresentante della Morando. L’accusa: vendita di prodotti industriali con segni mendaci

- Petalo contro Tempo: la guerra dei vini va in scena in Tribunale a Varese.
Sul banco degli imputati è finito Ermanno Soria, legale rappresentante della casa vinicola Morando di Costigliole d’Asti, accusato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci. Reato che viene contestato a chi mette in circolazione prodotti con marchi che possono trarre in inganno il compratore. E il marchio al centro della contesa è la rosa stampata sulle bottiglie di moscato che nel 2016 erano in vendita, tra l’altro, nei supermercati Carrefour. Un’etichetta che Sandro Bottega, della Bottega spa di Bibano (Treviso), è convinto sia stata copiata da quella del moscato Petalo-Il Vino dell’amore, marchio da lui creato e registrato. E per evidenziare la somiglianza, il suo legale, l’avvocato Raimondo Galli, ha portato le due bottiglie (si procede a Varese perché il sequestro fu disposto dal gip della Città Giardino dopo il ritrovamento dei prodotti al supermercato di Gavirate). «Stessa forma, stessa immagine, stessi colori, stessi font delle scritte», ha spiegato Bottega. La differenza, oltre alla qualità del contenuto, era il prezzo: Petalo venduto a circa 8 euro, il concorrente a 1,80. «Abbiamo subito un danno di immagine - ha concluso - e un crollo di vendite che pian piano stiamo recuperando».
Accuse che l’imputato (difeso da Alessia Molteni) respinge. Ma la parola adesso passa ai periti, che saranno ascoltati nella prossima udienza, a febbraio 2022.
© Riproduzione Riservata