LA MOSTRA
Guido Crepax. «Nostro padre era inconscio e giocosità»
L’omaggio a uno degli autori italiani di fumetto più indimenticabili. Con i figli Caterina e Antonio tra le 150 opere esposte a Brescia

«Guido Crepax. Sogni, Giochi, Valentina. 1953-2003»: 150 opere, alcune delle quali mai esposte, tra tavole originali, bozzetti, disegni, progetti pubblicitari, storyboard di film, copertine di dischi e giochi rendono omaggio, dal 30 settembre al 15 febbraio al Museo di Santa Giulia a Brescia, a uno dei più grandi e indimenticabili autori italiani di fumetto. A cura di Alberto Fiz e Ilaria Bignotti, con la collaborazione di Camilla Remondina, promossa da Fondazione Brescia Musei con l’Archivio Crepax, analizza cinquant’anni di carriera dell’artista, nato nel 1933, in un vero e proprio percorso filologico diviso in sette percorsi tematici. Mettendone in luce non solo la creatività legata al suo mondo fumettistico, maggiormente conosciuto ai più, ma anche a ciò che ha creato in pubblicità, in televisione, al cinema, nella musica, con la realizzazione di oltre 300 copertine di dischi, nel settore dei giochi e in teatro, tra cui, nel 2001, i disegni per i costumi della Luli di Alban Berg diretta da Mario Matrone e, nel 2000, per la Salomè di Paolo Scheriani. Opera, quest’ultima, sulla quale, come annunciano i figli Antonio e Caterina Crepax, uscirà a breve per Npe, tra le case editrici specializzate in fumetti d’autore, un nuovo libro con alcune immagini, curato proprio da loro assieme allo stesso Scheriani.
«Si tratta di una mostra molto “scientifica” – spiegano Caterina e Antonio Crepax – che dà molta importanza alle singole tavole e ai singoli lavori, con un’attenzione particolare sui contenuti “misteriosi”, più legati all’inconscio e al subconscio, che è una delle principali originalità di nostro padre: il suo fumetto parla dell’inconscio ed era unico in questo senso nel periodo in cui è stato realizzato. Accanto alla parte ludica, quella rappresentata dalla dimensione del gioco». Senza anticipare troppo, ma fin dall’ingresso sembrerà proprio di entrare in uno di quei giochi che lui si dilettava a fare con la famiglia, i figli, gli amici, da quelli della redazione di Linus a Claudio Abbado. «Sarà esposto il suo gioco della Battaglia di Pavia che si è combattuta nel 1525, evento di cui quest’anno ricorrono i cinquecento anni, che ha un disegno molto bello e particolare», svela solo Antonio. E in merito al coinvolgimento che Guido Crepax ha avuto come persona nei giochi, è la figlia Caterina a ricordare un aneddoto: «L’idea di collaborare con Linus con la sua prima storia a fumetti di Valentina, raccontava sempre che era nata intorno alla battaglia di Waterloo, alla quale stava giocando con Giovanni Gandini e Neri Carano quando gliel’hanno proposto».
La mostra esposta a Brescia è una delle prime in cui i due figli di Crepax non sono direttamente curatori. «Siamo molto curiosi – ammettono – del prodotto finale realizzato da “un occhio esterno”, di questa carrellata che è una delle più complete su tutti i lavori, anche con opere originali che noi vediamo per la prima volta. Fino alla fine degli anni Settanta i lavori originali venivano dati dall’autore a chi li pubblicava e di molte cose noi non abbiamo gli originali. Nostro padre ha fatto disegni per tante pubblicazioni, tra cui un grande inedito che sarà esposto in questa mostra arriva da un’enciclopedia storica, Le civiltà, edita da Vallardi. Di questa noi abbiamo solo la rivista, con centinai di bellissimi disegni di cui però non avevamo mai visto alcun originale. Eccezionalmente in questa mostra ce ne saranno quattro, arrivate, per un caso curioso, da chi ne è in possesso e che si è messo in contatto per questo prestito importante. Così come ci sarà un disegno prestato da Giampiero Mughini, collezionista di lavori di nostro padre: la copertina originale di un disco degli Anni Settanta». Opera a tutto tondo. E tanta emozione. «Ci stupisce sempre questo grande interesse per Guido Crepax – commenta la figlia Caterina –. Anche noi figli, che lavoriamo sul suo lavoro, quando lo guardiamo “da fuori” capiamo che è effettivamente un autore estremamente contemporaneo, molto attuale, e un grande anticipatore di temi che poi si sono sviluppati».
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