CATEGORIA AL COLLASSO
I taxi restano spenti
Oggi sciopero negli aeroporti lombardi dalle 8 alle 22. Appello alla Regione

Al grido «Taxi al collasso», oggi, mercoledì 3 giugno, tutte le auto bianche che fanno capo agli scali di Malpensa, Linate e Orio al Serio, e dunque alle tre province di Varese, Milano e Bergamo, sciopereranno dalle 8 alle 22.
A proclamare il fermo del servizio nel giorno del via libera agli spostamenti regionali, tra gli altri, Ctm Malpensa, Unione degli Artigiani della Provincia di Milano, Fit Cisl Lombardia, Unica Taxi Cgil, Confcooperative Lombardia e Satam.
«Si tratta di una manifestazione volta a sollecitare l’intervento di Regione Lombardia a sostegno economico del nostro settore, letteralmente allo stremo, visto il titolo V della Costituzione e come previsto anche dalla legge regionale 6/2012», ha chiarito Pietro Gagliardi dell’Unione Artigiani, assicurando che sarà comunque garantito il trasporto sociale per anziani, portatori di handicap e malati tanto a Varese (al posteggio della stazione delle Ferrovie dello Stato) quanto al terminal 2 dell’aeroporto di Malpensa. A detta dei promotori del fermo taxi di oggi, la crisi del comparto taxi riguarda l’intero territorio nazionale, ma i modi per affrontarla non sono uguali per tutte le regioni: «In Campania, Sicilia e Piemonte i tassisti hanno ricevuto un contributo per svariati milioni di euro per fronteggiare l’emergenza dei mancati incassi degli ultimi mesi, mentre la Lombardia, locomotiva d’Italia, non si è mossa e ha lasciato i tassisti soli al loro destino. Dopo i mesi trascorsi ad affrontare la crisi sanitaria in solitudine, ora la categoria è costretta a fronteggiare la peggiore crisi economica di sempre senza il minimo aiuto». Nonostante la Fase 2 i tassisti raccontano di incassi ridotti al minimo e di ore di fermo sui posteggi in attesa di una chiamata che non arriva mai. Di qui la richiesta a Regione Lombardia di stanziare le risorse. «Servono rapidi e tangibili interventi a loro sostegno. Altrimenti entro settembre il comparto perderà almeno un quarto delle imprese», ha lanciato l’allarme Cna Fita.
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