DUE RUOTE... SGONFIE
Il bike sharing arranca. «Lo usano in pochi»
Si annuncia un ridimensionamento del servizio di biciclette pubbliche. Incontro tra Comune e Agesp

Che il sogno della mobilità ecosostenibile stia andando verso un triste declino, è più di un’impressione. Per il bike sharing suonano campane che se non sono a morte, perlomeno preannunciano un pesante ridimensionamento. «Il servizio non verrà smantellato – garantisce l’assessore alla sicurezza Max Rogora -, ma certamente andrà rimodulato per calibrare meglio costi e benefici». Parole morbide per spiegare che la proposta delle due ruote pubbliche, volute (come il car sharing) per spingere verso un futuro più ecologiche, non è riuscito a dare i frutti sperati in ambito bustocco.
Serpeggia una certa preoccupazione tra i fautori della bicicletta pubblica. A far nascere l’inquietudine è stata una newsletter del sito istituzionale del Comune, nella quale si dava notizia della “sospensione temporanea del servizio a partire dal 16 marzo” (l’annuncio via posta elettronica ha provocato anche un’interrogazione da parte del presidente del consiglio comunale Valerio Mariani).
«In realtà – specifica Rogora - il servizio è ancora attivo, ma è vero che il 26 aprile incontrerò i vertici di Agesp per studiare qualche modifica: attualmente il bike sharing costa troppo se rapportato al numero degli utenti».
Quattro conti, insomma, bisognerà farli per evitare che “BICIinBusto” diventi una voce antieconomica nel bilancio di Palazzo Gilardoni. Al momento gli utenti sono un’ottantina, in prevalenza dipendenti comunali, a fronte di un costo di 25 mila euro all’anno. Dal 2012 a oggi il bike sharing è costato 397 mila euro. Una cifra considerevole, soprattutto se rapportata al numero effettivo di fruitori.
Insomma, va bene mantenere il servizio (l’ipotesi di eliminarlo del tutto è al momento esclusa), ma qualche modifica verrà apportata. Probabile che l’incontro con Agesp porti a una riduzione del numero delle ciclostazioni (attualmente nove, posizionate in corrispondenza delle aree di parcheggio e di interscambio con i mezzi pubblici) e alla sospensione del servizio nei mesi autunnali e invernali, quando poche persone usano la bici per spostarsi. «Con i soldi risparmiati – ipotizza Rogora – potremmo realizzare, ad esempio fuori dalle stazioni, dei piccoli box per il ricovero sicuro delle biciclette. Sono convinto che in tanti userebbero la propria bici, se avessero la ragionevole certezza di non vedersela rubare».
Per ora sono idee. Ma potrebbero diventare iniziative concrete dopo la riunione col direttore generale di Agesp Gianfranco Carraro. Resta in ballo però l’aspetto culturale della faccenda, messo in evidenza in consiglio comunale da Valerio Mariani: «Un servizio come questo, pensato per migliorare la qualità dell’ambiente, non può essere valutato solo in termini di “cassetta”. La sospensione del bike sharing rappresenterebbe una sconfitta per tutta la città». Ma dal Comune ribadiscono: «Vogliamo proseguire sulla linea della mobilità sostenibile: il servizio non sarà soppresso, ma solo migliorato».
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