IL RESTAURO
Il carro della Tomba di Guerriero di Sesto Calende rinasce grazie al 3D
Il progetto “Back on Track” permetterà di ricomporre in tre dimensioni l’antico manufatto di bronzo

Il carro della Seconda Tomba di Guerriero di Sesto Calende si prepara a rinascere con una nuova ricostruzione in 3D. L’antico manufatto in bronzo sarà restaurato grazie al progetto interdisciplinare Back on Track, che coinvolge l’Università degli Studi dell’Insubria e il Comune di Varese, con il Museo Civico Archeologico di Villa Mirabello, e vede la collaborazione del Ministero della Cultura.
Il progetto, finanziato da Fondazione Comunitaria del Varesotto all’interno del bando Tesori Nascosti 2023 e supportato da una donazione da parte di Lati Industria Termoplastici Spa, vuole mettere concretamente e figurativamente il carro sulla scena, con un processo che «riporterà in pista il reperto.
Il carro, uno degli elementi del corredo funebre che connota il defunto come un capo guerriero, era di bronzo e ferro con ruote di circa 50/60 centimetri, probabilmente rifinite in legno, ed era utilizzabile da due persone posizionate una dietro l’altra.
IL RESTAURO DEL REPERTO
Tra centinaia di reperti disponibili del carro, ne sono stati selezionati cinquanta per lo studio e il restauro: ma rimarranno pezzi isolati, classificati ed esposti singolarmente al termine del lavoro. La ricostruzione del carro sarà virtuale, attraverso un modello 3D che servirà al visitatore per immergersi nel passato e vedere in movimento un mezzo usato nell’età del Ferro; il corredo della tomba permette infatti di datarla tra la fine del VII e l’inizio del VI secolo a.C.
Il progetto è entrato nelle sue fasi operative e sono attualmente in corso il restauro e le analisi delle leghe metalliche. La nuova ricostruzione tridimensionale del carro a due ruote sarà fruibile nella mostra prevista nel 2024 al Castello di Masnago e verrà poi esposta permanentemente nella sala del museo dedicata alla Seconda Tomba di Guerriero. Sarà realizzato anche un filmato, a cura di una casa di produzione specializzata in archeologia, per raccontare il progetto e tutte le fasi del restauro.
NUMEROSE PROFESSIONALITÀ IN CAMPO
Responsabili scientifici del progetto sono i professori dell’Insubria Laura Rampazzi, del dipartimento di Scienze umane e dell’innovazione per il territorio), e Damiano Monticelli, del dipartimento di Scienza e alta tecnologia, che in particolare si occuperà delle analisi di laboratorio sui reperti. Il coordinamento delle analisi archeologiche è affidato a Omar Larentis, coordinatore del Centro di ricerca in Osteoarcheologia e paleopatologia dell’Insubria che fa capo al dipartimento di Biotecnologie e scienze della vita.
Il supporto per le esigenze di conservazione e le strategie di esposizione sarà fornito dal Museo Civico Archeologico di Villa Mirabello, con il contributo della curatrice dottoressa Barbara Cermesoni e, per conto della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese, dell’archeologa Daniela Locatelli e della restauratrice Annalisa Gasparetto.
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