LA CANZONE ITALIANA
Drusilla, Mahmood & Blanco: ecco Sanremo
La Foer incanta, Saviano ricorda Falcone e Borsellino, Elisa scalzata dal primo posto della classifica provvisoria. E Amadeus può sorridere

Ma quanto è bello andare in giro con le ali sotto i piedi... Ci sono canzoni che, quasi per incantesimo, restano fresche anche a più di vent’anni dalla nascita. Vespa 50 Special ne è un esempio. Lo si sapeva, lo si è capito meglio ieri, riascoltandola e vedendo ballare sulle sue note il pubblico dell’Ariston. La terza serata del Festival di Sanremo ha vissuto il momento migliore grazie a Cesare Cremonini. Con la sua faccia pulita, poche parole ma giuste, un ottimismo razionale e un brano dal titolo La ragazza del futuro, l’ex leader dei Lùnapop, da tempo solista di successo, ha regalato qualcosa di più di un pugno di speranza.
Su quel palco non c’era mai stato, l’averlo portato è un punto a favore di Amadeus che continua, come il suo Festival, a cercare un centro di gravità permanente tra tradizione e innovazione.
Anche nella scelta delle co-conduttrici. Dopo Ornella Muti e Lorena Cesarini, è toccato a Drusilla Foer.
Chi non la conosceva ed è cresciuta a pane e Legnanesi, all’inizio ha avuto un attimo di smarrimento pensando si trattasse della Mabilia. Una volta messo a fuoco il personaggio, alter ego dell’attore Gianluca Gori, è risultato facile apprezzarne eleganza e preparazione nel presentare gli artisti in gara. E nel gran finale, verso l’una e mezza, dedicato all’elogio oratorio e cantato dell’Unicità e del rispetto di tutte le unicità.
Un po’ meno degno di encomio forse il vestito da Zorro, riabilitato però a stretto giro di posta dal look eccentrico (un eufemismo) di Orietta Berti che sarebbe stato valorizzato al massimo da La canzone del bosco dei Punkreas in sottofondo.
Per il resto, l’esibizione dei cantanti in concorso - tutti i 25 - ha confermato pregi e difetti delle esibizioni precedenti. Sempre da pelle d’oca la voce di Elisa, sempre da vittoria annunciata i Brividi garantiti da Mahmood - che può vantare una schiera di imitatori sin troppo nutrita - e da Blanco. Non a caso, rispettivamente, seconda e primi nella classifica provvisoria, per la prima volta in questa settantaduesima edizione del Festival, arricchita dal televoto.
Se Gianni Morandi, con Apri tutte le porte e si piazza al terzo posto, e Massimo Ranieri, con Lettera di là dal mare (il miglior testo, seguito a ruota da Ogni volta è così di Emma) hanno reso di più rispetto alla prima interpretazione (il cantante napoletano scala una posizione e ora è settimo), crescono invece i dubbi sulla necessità del ritorno di Iva Zanicchi e Rettore, peraltro non le uniche presenze «di troppo».
Di certo è al proprio posto La Rappresentante di Lista, con Ciao ciao, un brano solare. Al pari di Dove si balla, servito al meglio da Dargen D’Amico. Oltretutto brillante nel segnalare a Amadeus che l’averlo messo martedì dopo i Maneskin e ieri dopo Ranieri non lo si può considerare proprio un trattamento da amico.
Discorso a parte merita l’irruzione (programmata) di Roberto Saviano: a trent'anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, Saviano è sul palco dell’Ariston per «ricordare, ma ricordare - dice - non è un atto passivo, viene da re-cordari, rimettere nel cuore, non vuol dire provare nostalgia per Falcone e Borsellino, ma rimetterli in vita sentendoli battere in noi».
«Molti di noi - dice lo scrittore - ancora non c'erano, eppure la loro storia è parte della nostra memoria collettiva, per tutti noi sono simboli di coraggio, che è sempre una scelta, di fronte alla necessità di cambiare le cose si può scegliere o lasciar perdere, ma non scegliere è rendersi complice».
La loro storia «è la storia di chi sceglie pur sapendo di rischiare», sottolinea ancora Saviano, citando gli esempi di Chinnici, Terranova, Saetta, Costa, Giacomelli, Livatino, «uomini e donne di giustizia finiti sotto i colpi delle mafie». Applauso a scena aperta.
Qualche ora più tardi, verso la una e tre quarti, la canzone italiana ritorna al centro della scena dell’Ariston. E lo fa con la classifica provvisoria: nell’ordine, Mahmood & Blanco, Elisa, Gianni Morandi, Irama, Sangiovanni, Emma, Massimo Ranieri, Fabrizio Moro, La Rappresentante di Lista, Dargen D’Amico, Michele Bravi, Ditonellapiaga e Rettore, Aka 7even, Achille Lauro feat. Harlem Gospel Choir, Noemi, Rkomi, Matteo Romano, Iva Zanicchi, Giovanni Truppi, Highsnob & Hu, Giusy Ferreri, Le Vibrazioni, Yuman, Ana Mena e Tananai.
Stasera si ritorna a cantare, in coppia, con le cover. I nostalgici saranno contenti.
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