NUOVi GUSTI
Il kombucha sbarca a Varese
Cinque giovani producono la bevanda che ha sfondato in Oceania e in Nord America

La bevanda che ha conquistato l’America e l’Australia sbarca anche a Varese. Nato dall’idea di cinque under 35 e dalla fusione di due produzioni artigianali lombarde, il primo brand italiano di Kombucha è varesino e ha la sua sede a Induno Olona con 10mila litri di produzione mensile e una rete distributiva che conta già più di 100 rivenditori.
NORD AMERICA E OCEANIA
In Nord America e in Australia il kombucha è molto più che una novità, tanto che due dei brand partiti per primi (KeVita negli USA, in California nel 2009 e Mojo in Australia nel 2011) sono già finiti rispettivamente nell’orbita di PepsiCo e Coca Cola.
E adesso il Kombucha, una bevanda fermentata, analcolica e salutare a base di the, si candida ad essere il nuovo trend in ambito beverage anche in Europa. In Italia, a saziare la «sete» di Kombucha e a cogliere le opportunità di un segmento in crescita, ma rappresentato ancora da piccole realtà artigianali, arriva MIA Kombucha, nata dall’idea del varesino Mattia Baggiani, co-founder di MIA Kombucha insieme agli amici Battista Maconi, Gabriele Mezzadri, Simone Vertemati e Ivan Parenti e dalla fusione di due produzioni artigianali varesine e comasche.
«Mi sono innamorato del Kombucha in Australia, dove ho vissuto per sei anni lavorando nel mondo della ristorazione: lì questa bevanda era già molto popolare e apprezzata perché gustosa, dissetante e salutare», racconta Baggiani, tra l’altro gestore del nuovo chiosco in costruzione nel Parco Mantegazza, dove sarà possibile assaggiare la Kombucha in tutte le sue versioni: «Così, tornato in Italia, ho iniziato i primi esperimenti di fermentazione».
FERMENTAZIONE NATURALE
Il successo della bevanda è dovuto proprio al naturale processo di fermentazione, che libera degli acidi organici dalle grandi proprietà probiotiche a cui si aggiungono quelle antiossidanti del the, e la bassissima concentrazione di zuccheri. La qualità della materia prima (solo the bio, delle varietà Gunpowdere Rukeri), l’abilità del fermentatore varesino e le scelte di aromatizzazione (zenzero, limone e lampone) fanno il resto del prodotto made in Varese. Tanto che nelle prime settimane di campagna di crowdfunding sulla piattaforma Mamacrowd, il progetto ha quasi raccolto i fondi necessari allo sviluppo del marchio che si candida così a diventare il primo branditaliano di Kombucha. «Ora Mia Kombucha è tra i leader nazionali con più di 100 clienti B2B e più del 20% di vendite online B2C», sottolinea: «Quello che ci inorgoglisce è essere riusciti a trasformare un sogno in realtà nella nostra città. Dall’infusione del the alla sua fermentazione, tutta la produzione di Mia Kombucha è completamente gestita nel laboratorio di Induno Olona. Il Mia’s lab è stato inoltre da poco ingrandito, in modo da portare la capacità produttiva a più di 10mila litri al mese».
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