L'INTERVISTA
"Il mio amico Rolando"
Fiorenzo De Molli, ex sacerdote a Legnano e direttore della Casa della Carità di Milano, racconta il suo rapporto con Del Torchio: "E' una mente brillante e un generoso, sempre in prima linea in difesa degli ultimi"

«Rolando è un mio amico: l’ultima volta che ci siamo sentiti via Skype è stato un mesetto fa in occasione del viaggio di papa Francesco nelle Filippine. Rolando ne era entusiasta e condivideva questa scelta».
Fiorenzo De Molli, direttore della Casa della Carità a Milano ed ex sacerdote nella parrocchia di San Domenico di Legnano da sempre impegnato ad aiutare gli ultimi, ora sta seguendo con apprensione ma anche con fiducia la vicenda. «Rolando quando era missionario era scampato a un attentato che aveva subito con il vescovo delle Filippine e per un certo periodo aveva girato con la scorta. Difendeva i più deboli, in particolare durante la sua missione si occupava dei contadini che poverissimi subivano di tutto dai signorotti locali».
De Molli racconta poi l’amicizia con Del Torchio nata anni fa: entrambi amici e allievi di monsignor Franco Brovelli si erano trovati tanti volte insieme. La scelta molto personale di uscire dal mondo delle missioni non ha mai allontanato l’angerese dalla sua fede e dalla sua natura. «Ci siamo sempre trovati in grande sintonia, forse anche per una questione anagrafica: abbiamo la stessa età. Rolando è un uomo di grande intelligenza, ha una mente brillante ed è un ottimo cuoco. Ci siamo conosciuti bene quando nel 2005 tornò in Italia e decise di lasciare le missioni: aveva bisogno di un posto in cui stare, forse anche decidere quale strada intraprendere e, così, per un anno, ha lavorato con me alla Casa della Carità. Mi ha aiutato tanto e abbiamo realizzato dei bellissimi progetti insieme: uno fra tutti è stato quello dell’apertura della nostra mensa della carità».
Un anno intenso in cui l’ex missionario ha fatto la spola dalla sua abitazione ad Angera, dove cucinava anche per gli amici delle cene deliziose, a Milano. «A un tratto ha unito due sue doti eccezionali: la visione imprenditoriale all’arte culinaria. A questo si è sommata però un’altra certezza: voleva trascorrere la sua vita lontano dall’Italia all’estero. Nel 2007-2008 ha scelto le Filippine come posto in cui vivere e così ha aperto una pizzeria».
Per capire meglio l’ex missionario, basta pensare che De Molli non è stupito dal fatto che sia stato rapito: era sempre accanto agli ultimi, e non a caso il suo primo mandato era stato nelle periferie di Napoli. E chiude «Preghiamo per lui e che Dio lo aiuti».
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