LA COMMEDIA
Il mio Figaro? Un Arlecchino imborghesito e ripulito
«La mia idea registica prevede il recupero della comicità della Commedia dell’Arte»

Gioachino Rossini, la Commedia dell’Arte e il Dadaismo: un connubio musicale giocoso quello che rappresenta il cuore di questa edizione del Varese Estense Festival Menotti, con la messa in scena, sabato 12 luglio alle 21 alla Fontana centrale dei Giardini Estensi di Varese, di Il Barbiere di Siviglianell’esecuzione dell’Orchestra Menotti diretta da Riccardo Bianchi e la regia di Serena Nardi, che è anche direttrice artistica del festival stesso.
«Mi piaceva l’idea di coniugare Rossini e le tematiche, le modalità in cui questo testo è scritto dal punto di vista drammatico e musicale – spiega Serena Nardi -: un piccolo campionario di quello che è l’epopea della Commedia dell’Arte nei suoi stilemi e nei suoi personaggi. Una “comicità” all’italiana, un recupero dei tipi comici della Commedia dell’Arte e di Plauto. Ci sono connessioni particolari poi che mi legano molto a Rossini e a Plauto: io sono di origine romagnola e i genitori di Rossini erano di Lugo di Romagna, mentre Plauto è nato a Sarsina, dove è nato il mio babbo. Una sorta di legame mio antropologico, non solo culturale, che mi piaceva recuperare, assieme alla matrice della commedia plautina e dell’arte all’interno dell’opera». A partire, pur senza esaurirsi in quella, dalla figura del Barbiere, del «factotum, il risolutore, che è l’evoluzione di Arlecchino».
Inoltre la tesi di Serena Nardi, nel 2016, era proprio su Il Barbiere di Siviglia, «a duecento anni dal debutto dell’opera e a cent’anni dalla presentazione del Manifesto Dadaista – aggiunge - . Nel Barbiere di Siviglia ci sono, come accennavo, tutti i tipi della Commedia dell’Arte, e va a riprendere l’idea di gioco, “dada”, appunto, nel senso del cavalluccio di legno e dunque nel senso di giocare con l’arte. Siamo all’inizio delle avanguardie storiche con l’idea di sovvertire, ribaltare il mondo dell’arte, cosa che i Dadaisti hanno fatto in modo sovversivo, eversivo, dicendo “l’arte di adesso non ci piace e noi inauguriamo questo nuovo modo giocando con l’arte”. E il gioco è la cifra con cui ho messo in scena questo Barbiere».
Con all’inizio anche una sorpresa: in scena ci sarà “il signor Rossini”. «Conosceremo anche lui – prosegue Serena Nardi -, scopriremo come chi sono questi personaggi improbabili, cosa fanno e chi è il “grande maestro” che se li porta tutti dentro e che alla fine li “abbandona” al direttore d’orchestra perché ne faccia quello che crede. Il tutto su una delle più belle Ouverture della storia dell’opera. Sarà come un grande parco giochi sulla Fontana dei Giardini Estensi, con questa casa dadaista e un gioco di luci come simbolo di un rompicapo che non si risolve mai. E con i personaggi che, proprio come bambini in un parco giochi, giocano ciascuno la propria parte».
In questo senso Il Barbiere di Siviglia, di cui Rossini ha scritto la musica «con arie musicali strepitose» e Cesare Sterbini il libretto «che – precisa la regista – sembra un canovaccio da Commedia dell’Arte» , si rivela dunque un’opera trasversale, giocosa e giocata.
«Nella cavatina di Figaro e nella cavatina di Rosina – sottolinea ancora Serena Nardi – è stata creata una meravigliosa anticipazione: è un social messo in scena da Figaro e da Rosina, che sono i due motori della vicenda e interfaccia l’uno dell’altra. E nelle loro cavatine di presentazione, che sono arie in cui si espongono e raccontano qualcosa di se stessi, fanno quello che oggi farebbe un personaggio sui social: parlano di se stessi, dialogano con il pubblico, si presentano per quello che sono. Queste sono le uniche due arie in cui nell’opera i personaggi di espongono e raccontano qualcosa di se stessi: è veramente un social ante litteram».
La direzione dell’Orchestra Menotti il 12 luglio è affidata, come accennato, a Riccardo Bianchi. «Un graditissimo ritorno – commenta Serena Nardi -, con cui è iniziato questo progetto del Festival». Lo spettacolo tornerà in scena al Lirico di Milano l’11 ottobre. Per il debutto varesino all’Estense Festival Menotti, il 12 luglio, in caso di maltempo ci si sposterà, sempre alle 21, al Teatro Castellani di Azzate.
L’opera lirica torna a Varese, mentre Serena Nardi confida che «con la Provincia di Varese abbiamo in atto un procedimento di consultazione con Busto Arsizio, Saronno e Gallarate in cui tentiamo di creare una rete lirica provinciale».
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