LA TRAGEDIA IN A26
Il mistero di quei 15 chilometri
Contromano ad alta velocità sull'A26, la Polstrada indaga sulla morte di Claudio Bianco e Marco Borgonovi
Da Ornavasso a Brovello Carpugnino in una folle corsa contromano sull'A26. Poi il terribile schianto che ha posto fine a tutto, legando per sempre tragicamente i destini di due uomini. Tutto è accaduto tra le 19 e le 19.30 di martedì, quando Claudio Bianco, 31 anni, di Verbania alla guida della sua Golf grigia imbocca l'autostrada nelle corsie della direzione Nord nel senso di marcia opposto: secondo le ultime ipotesi degli inquirenti a Ornavasso e non a Gravellona Toce come inizialmente ipotizzato. Inizia così un incubo lungo più di 15 chilometri: la Golf è come impazzita, sfreccia tra le auto a più di 100 all'ora. Decine le chiamate giunte al 113 degli automobilisti che si trovano in faccia i fari dell’auto. La Polstrada di Verbania parte con le sirene all'impazzata e inizia a seguire l'auto. Uno scarto di pochi secondi impedisce però agli agenti di arrivare in tempo.
Nella galleria "Castellaccio", poco prima dello svincolo di Brovello Carpugnino, avviene lo scontro mortale. Bianco finisce contro una Nissan Qashqai. Alla guida c'è un trentanovenne, Marco Borgonovi. Entrambi sono morti sul colpo. Sul posto i soccorritori non possono fare altro che constatare la tragedia e i vigili del fuoco lavorano un paio d'ore per estrarre Bianco dalle lamiere. La Polizia stradale di Romagnano Sesia che conduce le indagini ha chiuso la corsia fino a oltre le 23. Le salme sono state trasferite all'obitorio dell'ospedale Castelli di Verbania. Il pm di turno, Gianluca Periani, ha deciso di non disporre l'autopsia ma ha richiesto l'esame alcolemico e tossicologico: i prelievi sono stati effettuati nel pomeriggio di mercoledì 28. Intanto si indaga per cercare di capire cosa abbia spinto Bianco a imboccare l'autostrada contromano e soprattutto come non si sia potuto accorgere dell'errore commesso. Il giovane era nato a Gassino Torinese, in provincia di Torino, nel 1980. Carabiniere ausiliario a Verbania, poi geometra prima per un'impresa edile verbanese poi in Svizzera. Viveva a Verbania con la fidanzata Patrizia, una coetanea originaria di Ghiffa. Prima della tragedia era stato a Gravellona in un bar con degli amici per l'aperitivo. Sarebbe poi stata la fidanzata a chiamarlo al telefono intorno alle 18.30 sentendolo molto confuso. Poi il telefono si è spento fino al drammatico epilogo. Al momento non si esclude nessuna ipotesi, nemmeno quella di un gesto estremo. Marco Borgonovi, agente di commercio, era originario di Monza. Aveva vissuto fino a maggio di quest'anno a Gemonio, in via Trieste. Ultimamente, dopo la separazione dalla ex compagna, si era trasferito a Varzo.
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