IL BOOM
Il padel parla Varesotto
Numeri in aumento costante, per crescere arrivano maestri spagnoli

Il padel ha fatto boom. Sono i numeri a dirlo e il nostro territorio si sta ormai affermando a livello nazionale come uno dei più floridi e attivi. Basta un semplice dato: nel 2016 in Lombardia si contavano 36 campi, a fine 2021 si è arrivati a oltre 500.
In una fase storica in cui tutte le attività hanno dovuto fare i conti con un inevitabile ridimensionamento tra lockdown e difficoltà economiche, il padel è andato decisamente contro corrente. È stato uno dei primi sport a poter riprendere dopo il lockdown e questo ha contribuito ad avvicinare al gioco tantissimi neofiti, e anche negli ultimi mesi ha confermato la crescita intrapresa ormai da qualche anno. Passione sportiva e business in questo caso sono andati di pari passo: molti centri hanno trasformato i campi da tennis o da calcetto in campi da padel e diversi imprenditori hanno investito risorse in nuovi impianti. In una parola: funziona. E promette di non essere una “bolla”. Perché? Il gioco è alla portata di tutti, i costi sono sostenibili, c’è un forte traino che arriva dai social e dai tanti “vip” che lo praticano. Un successo, insomma che anche nel Varesotto è diventato un fenomeno.
40 CAMPI IN 10 CHILOMETRI
«Nella nostra zona il padel si sta sviluppando in maniera esponenziale. Nel raggio di una decina di chilometri, intorno a Gallarate, ormai contiamo più di quaranta campi - racconta Aris Altobelli, titolare dello Spartan Padel di Casorate Sempione -. Stiamo pian piano assumendo importanza a livello nazionale anche perché nella nostra zona ci sono due dei soli quattro centri tecnici federali lombardi: il mio e lo Starpadel di Legnano. Formiamo istruttori e giocatori con una tipologia di offerta molto varia che soddisfa sia gli agonisti che gli amatori».
VOGLIA DI INVESTIRE
La strada è dunque tracciata. Il padel continua a riscuotere grande successo, nei privati la voglia di investire continua a lievitare, ma per affermarsi ad alti livelli la collaborazione con la Spagna risulta un must imprescindibile. Proprio il Paese iberico vanta una grandissima tradizione e una qualità riconosciuta a livello mondiale.
GUARDANDO LA SPAGNA
«In Spagna i ragazzi iniziano a giocare a sei, otto anni e dopo una decina sono già protagonisti nel World Padel Tour - prosegue Altobelli - In Italia si inizia intorno ai sedici, da junior, di fatto in ritardo di otto anni. Se si vuole migliorare, il rapporto di collaborazione con la Spagna è inevitabile; ecco perché arruoliamo maestri spagnoli per formare i nostri, che la maggior parte delle volte arrivano dal tennis. La metodologia spagnola-argentina è la migliore per un’educazione sportiva come disciplina».
A conferma del trend, dal 10 ottobre allo Spartan Padel di Casorate arriverà Ruben Puertas, che assumerà la carica di direttore sportivo, sdoppiandosi tra maestro e formatore di nuovi tecnici.
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