PICCOLA INDUSTRIA
Il primo vantaggio della nuova era? «Il dono del tempo»
Otto tappe del tour nazionale di Confapi e Microsoft. Giorgio Binda (Unimatica): «Non possiamo essere i “signor no”, la rivoluzione è in atto e dobbiamo cavalcarla partendo anche da piccoli passi e investimenti abbordabili»

Come Maometto e la montagna: se non tutti hanno la possibilità di fare la valigia e volare oltreoceano, l’aria statunitense si può respirare anche nello Stivale e nel Varesotto. Microsoft Italia e Confapi, la Confederazione italiana della piccola e media industria privata, hanno dato il via da inizio anno alle otto tappe del Workshop di Envisioning, dal titolo “Le potenzialità dell’IA per la crescita delle Pmi”. L’iniziativa fa seguito al Memorandum d’intesa firmato lo scorso 17 maggio per la diffusione di conoscenza e il supporto nell’implementazione dell’Ai generativa nei processi aziendali. Si tratta del primo accordo in Italia fra Microsoft e un’associazione nazionale datoriale.
L’obiettivo del Workshop itinerante, rivolto alle territoriali e alle aziende Confapi e sviluppato anche con la collaborazione dei partner Microsoft Var Group e Lodestar, è quello di migliorare le competenze attraverso la comprensione, l’adozione e un suo utilizzo responsabile. Il tour fra Varese, Torino, Firenze, Matera, Perugia, Cosenza, Padova e Bari tocca diversi temi: strategie per proteggere i dati e le operazioni; esplorazione dei vantaggi della migrazione al cloud e della gestione dati avanzata; panoramica delle applicazioni per automatizzare e ottimizzare i processi; guida pratica su come creare e personalizzare il proprio assistente.
«Grazie al protocollo sottoscritto con Microsoft a livello nazionale abbiamo proposto un circuito di otto incontri itineranti di grande successo, centrato sugli strumenti per facilitare l’approccio all’Ai delle Pmi – spiega Giorgio Binda, vicepresidente di Confapi Varese nonché presidente Unimatica nazionale –. Pensiamo al troppo tempo perso dagli imprenditori nel cercare, leggere, interpretare le mail. Ebbene, istruendo il proprio agente di Intelligenza artificiale si potranno scremare solo le informazioni che riguardano le nostre azioni. Potremo fare un benchmark sui prodotti, trovare le materie prime a prezzi concorrenziali. Sono solo piccoli esempi pratici di come potremmo ottenere maggior efficienza e minori sprechi».
C’è però ancora poca conoscenza di questi strumenti: un imprenditore tradizionale non batte ciglio a investire un milione di euro in un macchinario, ma fatica a mettere sul piatto 10mila euro per un software di Ai. «Ma pensiamo al tornio, a come si è evoluto arrivando alla totale digitalizzazione – suggerisce Binda –. La sua funzione resta la stessa, solo non è mosso da mano umana ma dall’automazione: e serviranno sempre più lavoratori specializzati con alte competenze digitali. La trasformazione è già in atto e non possiamo evitarla, bisogna vincere la normale resistenza alle cose nuove, senza essere “signor no”. Occorre ripensare il lavoro e la formazione degli addetti puntando a nuove abilità: anche perché l’Intelligenza artificiale è un sistema democratizzante, che dà alle Pmi le stesse possibilità delle grandi aziende, cosa prima impossibile. Anche le realtà più piccole possono sfruttarla per arrivare al successo: ma purtroppo meno del 10% delle Pmi ha adottato sistemi di Ai, contro il 60% delle grandi che ne hanno già intuito l’importanza, in termini di tempo risparmiato da dedicare ad altre attività come la formazione. Lo abbiamo sostenuto anche in audizioni parlamentari. È un investimento sicuro: e non si può non fare per recuperare il gap con altri Paesi che hanno meno vincoli regolatori come l’India. Altrimenti il divario è destinato a crescere».
Dunque l’attenzione al tema è tanta, la conoscenza ancora poca, le potenzialità enormi: «Questa è la strada da percorrere, ne abbiamo avuto un’esperienza diretta visitando il quartier generale di Microsoft a Seattle – racconta ancora Giorgio Binda –. Siamo stati per giorni accanto a big che gestiscono migliaia di persone, fatturati miliardari e hanno un’umiltà incredibile. Ti prendono il cappotto e lo mettono loro sulle grucce, stanno con te in momenti conviviali e ti ringraziano della presenza. Ogni angolo del campus è studiato per il benessere delle persone: si contano 65mila dipendenti e 65mila posti auto nel più grande parcheggio interrato del Nord America, anche se la metà degli addetti è in smart working, perché ognuno dev’essere accolto. Le riunioni si possono svolgere al tavolo sulle sedie ma anche su poltrone e divanetti mobili: i complementi d’arredo sono funzionali all’individuo e al confronto, ogni ufficio ha zone break gratuite e aree gioco. I manager sono già formati a quel tipo di mentalità: nessuno fa un passo senza “Copilot” (il programma di organizzazione di Microsoft) e può sembrare strano ma il sistema elimina errori e calcoli sbagliati, lasciando il tempo di concentrarsi sul lato umano.
Pensando alla nostra realtà, si può procedere a piccoli passi, con progetti tarati anche sulle proprie possibilità economiche. Di fatto l’Ai esiste da vent’anni, ora siamo davanti alla sua evoluzione nel dare risposte e permetterci di prevedere il futuro del lavoro, delle produzioni. Non c’è limite alla fantasia nelle applicazioni, dalla salute alla manifattura».
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