IL CASO
Il sindaco che fa le multe
Oltre 400 in un anno. Legittimo? L’associazione che tutela i consumatori risponde di sì. «Ma non da prassi»

Il sindaco può fare le multe alle auto in divieto di sosta? È questo il dilemma lasciato in eredità dal 2019. Il caso, infatti, è scoppiato martedì 31 dicembre dopo che il primo cittadino di San Fermo, in provincia di Como, ha annunciato di aver sanzionato, di persona, numerosi automobilisti.
La notizia, rimbalzata sui Social, ha scatenato reazioni opposte. Interviene ora l’associazione “Sportello dei Diritti”, che tutela i consumatori, chiarendo se questa prassi sia legittima ed esprimendo alcune valutazioni.
La premessa: il sindaco in questione, Pierluigi Mascetti, avrebbe dato oltre 400 multe, per un totale di circa 30.000 euro. «La multa più salata è andata a un automobilista che effettuò un sorpasso oltre lo spartitraffico» riporta l’associazione Sportello dei Diritti. Che fa quindi luce sulla legittimità appunto dei verbali comminati dal sindaco: può farlo? «La risposta è sì, ma solo in pochi casi poiché il sindaco è un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni». L’articolo 12 riconosce i poteri di «prevenzione e accertamento delle violazioni» agli appartenenti agli organi di polizia, il secondo comma di tale articolo estende i poteri ai «rimanenti ufficiali e agenti di polizia giudiziaria». Il sindaco, pertanto, può multare solo se ha la qualifica di polizia giudiziaria.
«E questo - osserva Sportello dei diritti - può accadere solo nei Comuni più piccoli. Infatti, l’articolo 57 del Codice di procedura penale stabilisce che il sindaco è ufficiale di polizia giudiziaria solo nei centri in cui non c’è una sede né della Polizia di Stato né dei Carabinieri né della Guardia di finanza. Questa prerogativa viene sfruttata anche per sopperire alle carenze di organico dei vigili, che spesso non si possono coprire con nuove assunzioni». È il caso di tanti, la stragrande maggioranza dei comuni del Varesotto. Questo in punto di diritto.
L’associazione per la tutela dei consumatori solleva anche perplessità: «Non è pensabile che una modalità di accertamento di questo tipo diventi sistematica: le regole del Codice della strada, in quanto speciali rispetto alla legge 689, prevalgono. Si può fare un’eccezione in casi gravi - sostiene Giovanni D’Agata, presidente di “Sportello dei Diritti” - ma si può discutere sul fatto che una sosta vietata lo sia. Inoltre, il Codice, articolo 200, prescrive come regola generale che l’infrazione debba essere contestata immediatamente al trasgressore, salvo alcuni casi elencati in modo tassativo. Tra essi c’è l’assenza del trasgressore, che giustifica l’omessa contestazione immediata nel caso di sosta vietata. Ma occorre dimostrare che il conducente si trovava davvero lontano dal veicolo e questo si può fare in modo convincente solo se è presente un vigile in divisa: alla sua vista, il guidatore apparentemente assente potrebbe improvvisamente materializzarsi per spostare subito il mezzo».
Per un sindaco che dà multe, c’è stato anche chi, ora ex primo cittadino, è stato invece multato.
© Riproduzione Riservata