ONE MAN SHOW
Il Tenco privato, fra teatro e canzone
L’opera di Filippo Rovati - in prima assoluta a Cologno Monzese - scava nell’intimo delle vicende del grande cantautore

Che cosa può accomunare Luigi Tenco, tra i padri fondatori del cantautorato italiano, scomparso in tragiche e mai del tutto chiarite circostanze, 57 anni orsono, con un attore-drammaturgo-cantautore di 28 anni? Tanto, in realtà. Perché se il ventottenne in questione, sia pure pienamente inserito nella realtà del ventunesimo secolo, intrisa di cultura liquida e ipertecnologica, è dotato di una sensibilità come quella che pare far parte del bagaglio di Filippo Rovati, milanese con radici varesine, il sillogismo funziona.
Nasce da queste premesse Luigi, il viaggio di Tenco, one-man show in prima assoluta sabato 13 aprile (alle 20.45) alla Casa in movimento di via Neruda 5, a Cologno Monzese (assistente alla regia Lodovico Maria Travaglia, tra gli organizzatori della rassegna Faccende artistiche), 70 minuti in cui l’autore-protagonista scava nel Tenco privato: «Chi è Luigi Tenco? Quali segreti nasconde? Come nascono le sue più belle canzoni? Luigi - spiega Rovati - è lo spettacolo che si pone queste domande, trasportandoti in un viaggio nell'intimità di un iconico personaggio, che permetterà di scoprire di più di una vita piena di fascino e di mistero, attraverso la musica e la recitazione».
Filippo Rovati è autore di un lavoro che l’ha portato da Ricaldone, il paese nell’Alessandrino del Tenco bambino, a Genova, dove il musicista ha iniziato a formarsi frequentando altri futuri protagonisti della scena cantautorale, fino a Milano, con l’aggiunta di un ricco approfondimento bibliografico. Il tutto a creare un testo che ci porta a conoscere un Tenco diverso, più intimo. Dove la parte recitata è al centro (Filippo è prima di tutto attore, anche se vanta la pubblicazione di un applaudito Ep di brani in puro stile cantautorale) e le canzoni (rigorosamente live voce-chitarra) sono dentro la storia. One man show, dicevamo, linguaggio poco frequentato nei teatri italiani ma che Rovati ha fatto proprio tra studi ed esperienze a New York (tra cui workshop al Public Theatre del Susan Batson Studio) ai quali si è dedicato dopo una solida formazione accademica in Italia. Una regia essenziale, con pochi oggetti scenici ricorrenti e l’attore, insieme col cambio luci, a dettare l’immaginario passaggio da un ambiente all’altro, il tutto finalizzato a creare un viaggio nell’intimità del personaggio, come da titolo. Un’esperienza di grande fascino, che aiuta a meglio penetrare il mondo di Tenco, oltre che ad apprezzarne un altro, nato quasi 30 anni dopo la tragica notte sanremese (27 gennaio 1967) ma che si propone come realtà interessante della scena culturale contemporanea. Lo spettacolo sarà replicato l’11 maggio a Milano, all’Ostello che Danza di via Salmoiraghi 2.
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