ALPTRANSIT
Il Ticino esce dal tunnel
Primi treni veloci sotto il Monte Ceneri: rivoluzione alla viabilità

Il nuovo piano di mobilità del Canton Ticino in vigore dal prossimo 13 dicembre interessa da vicino anche i Comuni di confine del Varesotto e la qualità di vita dei frontalieri che ogni giorno attraversano il valico per recarsi al lavoro.
Da Bellinzona hanno speso decine di milioni di franchi perché il trasporto pubblico diventasse una reale alternativa a quello privato.
Innanzitutto va detto che i treni passeggeri, e quelli merci, a partire dal cambio orario proprio in vigore dal 13 dicembre, potranno transitare attraverso la galleria di base del Monte Ceneri (si tratta della parte conclusiva del progetto AlpTransit, l’alta velocità su rotaia): l’Ufficio federale dei trasporti (Uft) ha infatti rilasciato alle Ferrovie federali svizzere (Ffs) l’autorizzazione per l’esercizio.
Dopo l’inaugurazione ufficiale della galleria, il 4 settembre scorso, le Ffs hanno avviato l’esercizio di prova con il transito di circa 5.800 treni merci e passeggeri commerciali. Durante questi test, secondo quanto riferito da Berna, è stata dimostrata l’efficienza e l’affidabilità del tunnel con il quale è stata completata la ferrovia pianeggiante sull’asse del San Gottardo.
E il fatto interessa da vicino anche il personale frontaliero che ogni giorno rimane “intrappolato” in auto, suo malgrado, lungo le direttrici del Cantone che oggi faticano a sopportare oltre 70mila addetti che, spesso, viaggiano ognuno con la propria macchina, soprattutto d’inverno. I tratti di strada più utilizzati sono proprio quelli attraversati dai lavoratori italiani: i punti autostradali maggiormente impegnati sono quelli in A2 a Grancia, con 73.806 veicoli al giorno e A2 a Maroggia con 70.397.
Il Malcantone, invece, parlando di strade urbane grandi meno di una provinciale del Varesotto, vede un passaggio giornalieri di oltre 28.000 automobili. Non è un caso che il Ticino abbia studiato la possibilità di unire le grandi aree urbane con i mezzi pubblici.
Fra i tre poli cittadini ma anche industriali del Cantone - Bellinzona, Locarno e Lugano - il tempo per corpire la distanza in treno sarà dimezzato anche se una parte del Ticino, come sta facendo una sempre più nutrita compagine di amministratori sul Verbano italiano, sta lottando contro il traffico merci per avere gli slot (le tracce) per far viaggiare altri Tilo per i passeggeri.
A Bellinzona non hanno fatto le cose a caso, insomma, e per pianificare il nuovo rivoluzionario piano hanno studiato gli spostamenti anche e soprattutto dei frontalieri, sperando che s’incentivi l’uso dei mezzi anche nei collegamenti con le zone periferiche e il fondovalle, come Ponte Tresa e Luino, dove arrivano i mezzi dell’Autopostale, i grandi bus gialli. Due città, queste, che hanno un alto numero di pendolari del confine e che potrebbero essere interessate a sviluppare sinergie con il Ticino.
Qui sono previsti bus ogni 30 minuti dalle 4.45 del mattino alle 7.15, poi ogni 60 minuti dalle 7.15 alle 17.15, di nuovo ogni 30 dalle 17.15 alle 19.15 e infine, fino alle 00.15 il collegamento sarà ogni 60 minuti.
Da Ponte Tresa c’è poi il trenino arancione che porta a Lugano, dove passano treni e bus per ogni parte del Cantone, dalle sperdute piste da sci ai laghetti sugli alpeggi ticinesi c’è un mezzo di collegamento.
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