L’OMAGGIO
In congedo Mirco Barban, poliziotto col sorriso
In Questura l'abbraccio dei colleghi dopo quasi 40 anni di servizio

Non è facile riassumere quasi quarant’anni di carriera e di vita nella Polizia di Stato. Soprattutto se questi otto lustri sono stati vissuti sempre in prima linea, sulla strada, in borghese alla Squadra Mobile o in divisa alle Volanti. Ora per Mirco Barban, classe 1965, è arrivato il momento di consegnare pistola e distintivo: oggi, infatti, è il suo primo giorno di pensione. Entrato in Polizia come agente ausiliario nell’ottobre del 1986, ha fatto tutta la gavetta, arrivando al grado di commissario, con cui fino a ieri ha guidato la Squadra Volanti della Questura di Varese. Poliziotto “col sorriso”, Barban - 60 anni compiuti il 16 luglio - ha saputo conquistarsi la stima dei superiori e la fiducia dei colleghi. Non è un caso, quindi, che l’altra mattina in molti abbiano voluto essere presenti a Palazzo Italia per un saluto, un abbraccio, una parola di ringraziamento. Del resto, sono tantissime le persone che Mirco Barban ha incontrato durante la sua carriera.
Dopo gli esordi alla Stradale di Busto Arsizio, ha prestato servizio dal 1989 al 1993 alla Polizia Postale e, dopo il corso per sottufficiale, nel giugno del 1994 è stato assegnato alle Volanti della Questura. Dal febbraio 1996 al gennaio 2015 è stato in servizio alla Squadra Mobile e scorrere l’attività di Barban in quei vent’anni è un po’ come sfogliare un libro della storia criminale locale: dall’operazione “Pantagruel”, che smascherò un gruppo dedito a furti e rapine con armi da guerra e perfino una bomba a mano; fino alle tante operazioni antidroga balzate alle cronache nazionali, tra cui “Dagadree”, “Nazca”, “San Fermo” e “Scialla semper”. Proprio quest’ultima ebbe un epilogo “musicale” piuttosto inaspettato: tra gli indagati ci fu infatti anche un giovane di Brebbia poi diventato il rapper Massimo Pericolo, il quale non ha mai fatto mistero di questa vicenda e, anzi, ha intitolato proprio “Scialla semper” uno dei suoi album.
Archiviata la lunga esperienza alla Mobile, dal gennaio 2015 fino a ieri Mirco Barban è stato in servizio alla Squadra Volante, prima come coordinatore vicedirigente, poi come responsabile e infine come dirigente. Al lavoro ha affiancato anche l’impegno nel direttivo provinciale del Siulp, principale sindacato di categoria.
Se la carriera nella Polizia è arrivata al termine, quella nel mondo del calcio prosegue: dopo aver allenato l’Union Villa Cassano, arrivando fino in Eccellenza, Barban è passato alla Solbiatese con ruoli dirigenziali di primo piano che ricopre tuttora.
Calcio ma soprattutto famiglia: sposato con Samantha, è padre di Simone, Marco e Federica, e da settembre del 2023 è nonno della piccola Rebecca.
La sua seconda famiglia, quella della Polizia di Stato, gli ha voluto rendere omaggio anche ieri: parecchi applausi, qualche lacrima e le sirene delle “pantere” accese in piazza Libertà, per ringraziare un poliziotto che, con grande umanità, ha scritto un pezzo di storia della Questura di Varese.
© Riproduzione Riservata