LA DECISIONE DEL GUP
Schianto a Busto Arsizio, pallavoliste denunciate anche per oltraggio
Incidente in viale Lombardia: respinta la messa alla prova
Hanno chiesto la messa alla prova le due giocatrici di pallavolo che lo scorso 30 novembre, con un tasso etilico piuttosto elevato (oltre 1,50), fecero un maxi incidente in viale Lombardia, schiantandosi per fortuna solo tra di loro. Ma il gup Piera Bossi l’ha rigettata per entrambe e ha ritrasmesso gli atti al pubblico ministero. Dalla lettura della comunicazione di notizia di reato sono infatti emersi altri profili di rilevanza penale.
C’è, a parere del magistrato, l’oltraggio a pubblico ufficiale perché le ragazze militanti nella Uyba, dopo alcune ore trascorse nella caserma dei carabinieri di via Bellini, davanti a un genitore e a un militare che stava entrando in servizio, avrebbero inveito contro l’Arma dicendo «fate schifo, conosco gente più importante di voi».
La Procura dovrà accertare da quale bocca siano usciti epiteti e insulti: le contumelie sono volate e ora dovranno essere attribuite con esattezza affinché ognuna delle due risponda delle proprie affermazioni. Una carabiniera, per esempio, sarebbe stata presa in giro per la statura mignon, «ma da quando prendono gente così bassa?» l’avrebbero dileggiata. E ancora, «noi siamo giocatrici di pallavolo, non abbiamo tempo da perdere con voi, cazzo volete da noi, dobbiamo allenarci». Le due atlete rispondevano inizialmente di guida sotto l’influenza dell’alcol - articolo 186 del codice stradale, secondo comma lettara C - con doppia aggravante: aver commesso un incidente e averlo fatto di notte.
Il pubblico ministero aveva chiesto un decreto penale di condanna da 15.500 euro per l‘una, mentre per l’altra c’era la richiesta di lavoro di pubblica utilità ma senza calcolo sanzionatorio, ossia senza definire un importo.
L’ISTANZA DEPOSITATA
Le pallavoliste avevano presentato opposizione e istanza di map, istituto giuridico che - in caso di reati di minore allarme sociale - sospende il procedimento penale per la durata delle attività di utilità sociosanitaria, civile, ambientale, culturale, pubblica. L’imputato viene così affidato all’ufficio di esecuzione penale esterna. L’esito positivo della messa alla prova comporta l’estinzione del reato. In caso di esito negativo - discendente dalla reiterazione o la commissione di un nuovo delitto non colposo - il giudice dispone la revoca e riavvia il procedimento. Il gup Bossi alle due giocatrici della Uyba ha negato direttamente l’accesso e adesso toccherà al pubblico ministero decidere se emettere un nuovo decreto di condanna che tenga conto anche dell’oltraggio a pubblico ufficiale, oppure firmare la citazione diretta a giudizio o ancora riconsiderare la map.
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