MOTOCROSS
«Soccorsi in ritardo»
Denuncia della famiglia del pilota di Venegono Superiore

Da una settimana la comunità del motociclismo vive in ansia pensando alla salute di Raffaele Giuzio. Dopo cinque giorni di degenza in terapia intensiva all’ospedale di Maggiore di Bologna, un elicottero del 118 lo ha trasportato al reparto di rianimazione dell’ospedale Galmarini di Tradate.
Le condizioni del 19enne pilota di motocross di Venegono Superiore, al decimo anno di attività agonistica, restano gravi. Ma Giuzio ha potuto sostenere il trasferimento dopo che i sanitari bolognesi hanno constatato lievi ma costanti miglioramenti. Ogni giorno, a Bologna, gli sono stati accanto papà Toni, la sorella Ivonne, la fidanzata Beatrice (la mamma è scomparsa quando Raffaele aveva poco più di un anno). Solidale il sostegno degli amici, compagni di cross e motoclub, a partire da quello dove è cresciuto per anni, il “Cairatese” guidato da Patrizia Colombo.
«Dobbiamo ringraziare la community del motocross per l’affetto dimostrato in questi terribili momenti – ha esordito papà Toni che conduce l’azienda di Venegono, settore piastrelle, dove Raffaele opera nei momenti liberi dagli impegni agonistici -. Ci sono giunti segnali di conforto dal Varesotto, da ogni regione italiana e dall’estero, dopo che nel 2019 e 2020 ha corso gare di campionato europeo. Ma anche dai ragazzi con cui, a otto anni di età, iniziò con il minicross».
Ci sono segnali di reattività che permettono un cauto ottimismo in chiave futura.
«I segnali di lieve miglioramento sono innegabili – continua papà Toni Giuzio con la voce sottile e provata dalle notti insonni -. Raffaele non apre gli occhi ma riconosce la mia voce e quella delle persone più care. Occorre pazienza e tanta cura».
La famiglia, in base all’accaduto e alle testimonianze dei presenti all’incidente, ha avanzato un’azione legale nei confronti dei sanitari e dei responsabili del crossdromo di Castellarano.
«Io non ero presente alle prove di sabato - continua Toni Giuzio - ma i fatti accaduti, i tempi, le modalità del soccorso e le testimonianze di piloti esperti presenti ci hanno indotto a un’azione legale nella speranza che simili fatti non accadano più. Una lettera allarmante e circostanziata è stata inviata al presidente Federmoto, Giovanni Copioli, da un pilota esperto e stimato, istruttore di pilotaggio qual è Andrea Cervellin, presente a Castellarano. E noi aggiungiamo: perché dopo la caduta di Raffaele, avvenuta al secondo giro su undici, le prove non sono state interrotte per permettere i soccorsi più ordinati e professionali possibili? Le lesioni alla testa e al corpo erano rilevanti: perché Raffaele è stato intubato con il respiratore automatico solo dopo l’arrivo dell’elisoccorso da Bologna che ha sostato a lungo, sotto gli occhi increduli di tutti, prima di portarlo in codice rosso all’ospedale Maggiore? Anche i medici di Bologna se lo sono chiesto. Tante inefficienze, lentezze e punti oscuri: verranno chiariti nelle sedi opportune. A noi e a chi vuole bene a Raffaele ora preme solo la sua salute».
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