IL PERICOLO
Incidenti in montagna, valanga di soccorsi
Oltre 400 interventi in un anno. Salvati italiani ma anche nordici, africani e cinesi

Cinquantenne, maschio, italiano, ma anche turista. È questo l’identikit dell’escursionista che maggiormente si infortuna sulle montagne del Varesotto e, più in generale, del territorio di competenza della XIX delegazione Lariana-Lecco del soccorso alpino.
Per gli “angeli della montagna”, quello appena trascorso è stato un anno di superlavoro, con 411 uscite in emergenza; un dato che conferma la tendenza a un aumento graduale delle richieste di aiuto, anche durante il periodo del lockdown.
Nel 2020 gli interventi erano stati infatti 394, nel 2019 345, nel 2018 314. In particolare, le operazioni sono state 362 in terreno impervio; 39 uscite hanno invece riguardato ricerche di persone disperse; 4 gli incidenti stradali; 3 per valanga e 2 false chiamate (da intendersi come attivazioni precauzionali in cui poi si è accertato che in realtà nessuno era in pericolo).
Le persone soccorse sono state in tutto 429; 31 purtroppo gli incidenti mortali, anche se la maggior parte delle azioni ha riguardato persone non gravi, con 177 illese (in gergo codice 0), e 182 con problemi sanitari di lieve entità (codice 1). Rispetto al contesto territoriale, gli interventi sono stati 3 in ambiente ipogeo (sotto terra), 298 in ambiente montano, 2 sulle piste da sci, 96 in ambiente impervio.
Elevato il numero di soccorritori impegnati, 2.153 (da intendere come somma delle attivazioni dei singoli soccorritori), per un totale di oltre 11.000 ore messe a disposizione; in questo dato va incluso anche il numero di 3 Ucrs (Unità cinofile da ricerca in superficie). Gli interventi compiuti senza l’impiego dell’elicottero hanno riguardato il salvataggio di 341 persone; i mezzi impiegati sono in prevalenza quelli del 118 di Areu-Agenzia regionale emergenza urgenza, della Guardia di finanza e dei Vigili del fuoco.
Venendo alle singole Stazioni, quella di Varese ha effettuato 48 interventi mentre Dongo 27, Lario Occidentale Ceresio 45, Lecco 93, Triangolo Lariano 88, Valsassina - Valvarrone 101, Pavia Oltrepò 30 (la somma è differente rispetto al numero complessivo di 411 interventi totali perché in alcuni casi sono intervenute in contemporanea più Stazioni).
Tra le cause degli incidenti prevale la caduta (144 casi, 33,6% del totale). Seguono: scivolata (49 - 11,4%); perdita di orientamento (44 - 10,03%); malore (44 - 10,3%); incapacità (24 - 5,6%); ritardo (19 - 4,4%). E poi con percentuali inferiori al 2%: sfinimento, scivolata su neve, valanga, caduta sassi, cedimento appiglio, folgorazione, scivolata su ghiaccio, puntura di insetti (1 intervento) e morso di vipera (1 intervento). Una caduta, che ha rischio l’intervento di un elisoccorso, è avvenuta anche ieri, sabato 19 febbraio, in Val d’Ossola.
Per quanto riguarda invece le attività coinvolte, l’escursionismo, con 237 interventi (e il 17,6% del totale) è quella preponderante; 31 (2,3%) le richieste per caduta con la mountain-bike; 19 per residenza di alpeggio; 16 per cercatori di funghi; 14 per l’alpinismo; 12 per l’arrampicata sportiva; 10 in ferrata; 7 per lo sci d’alpinismo. Numeri minimi per parapendio (3) e caccia (2). La nazionalità delle persone soccorse è soprattutto italiana (397). A seguire: Germania, Svezia e Svizzera (5 persone per ciascuna nazione), Cina (4), Francia (3), India, Lituania e Olanda (2), Russia, Nigeria, Islanda e Albania (1).
La fascia di età tra i 50 e i 60 è quella più a rischio (83 persone), 67 persone invece sono incluse sia nella fascia 20-30 sia in quella dai 40 ai 50; 16 le persone oltre gli 80 anni, 16 i giovani tra 10 e 20 anni, 5 i bambini sotto i 10 anni. I maschi sono 318, le femmine 111.
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