L’INCENDIO
Indemini, ultimi focolai. Si torna a casa
Parte la bonifica dopo il rogo sul Gambarogno

In Gambarogno, nella montagna ticinese che confina con Maccagno alle prese con un vasto incendio boschivo da domenica scorsa, la situazione può dirsi in netto in miglioramento. Le squadre di pompieri ticinesi, con l’aiuto di elicotteri Super Puma dell’esercito svizzero, stanno spegnendo gli ultimi focolai: è il tempo della bonifica sul campo ma il pericolo è rientrato.
Al grande lavoro di questi volontari svizzeri si somma quello compiuto dai vigili del fuoco di Luino e Varese, con i quali c’è stata una collaborazione operativa e di mezzi. L’arrivo dei Canadair dei vigili del fuoco dalla Liguria ha dato una grossa mano e la popolazioni ticinese lo ha riconosciuto. Apprezzato pure il lavoro da parte delle squadre dell’Antincendio boschivo (Aib) di Comunità Montana Valli del Verbano, che hanno monitorato la situazione in alta Veddasca anche in condizioni climatiche sfavorevoli, a cominciare da un vento inatteso.
Intanto ieri, giovedì 3 febbraio, il sindaco di Gambarogno, Gianluigi Della Santa, ha comunicato che da oggi i residenti di Indemini, il nucleo maggiormente minacciato dalle fiamme e proprio quello che è a ridosso della frazione italiana di Cangili e Biegno, potranno rientrare nelle loro case e sarà loro assicurata l’acqua potabile. Già, perché poi in montagna, dopo disastri come questi, vanno prese in considerazione anche queste variabili negative dovute al fuoco, per fortuna risolte per chi abita in loco.
«L’accesso alle abitazioni e all’acqua potabile da parte dei non domiciliati rimane invece escluso. Riceveranno un avviso personale in merito», scrivono in una nota dal municipio ticinese.
Il calo del vento sul versante del lago Maggiore, come detto, ieri ha favorito gli interventi dei pompieri e la crescita di umidità al terreno farà il resto nelle prossime ore. Ieri nelle zone colpite dall’incendio, si è recato anche il presidente del Parlamento ticinese Nicola Pini, accompagnato dal vicesindaco di Gambarogno Michele Sussigan e dal consigliere comunale Tiziano Rossi. Si è recato nei pressi dell’Alpe di Neggia per sincerarsi della situazione e ringraziare gli attori del pronto intervento, per poi effettuare un sopralluogo nei pressi di Indemini, accanto al valico di Maccagno - il cui abitato è situato poco lontano dal rogo, comunque per qualche giorno ancora sotto stretta osservazione. Nei giorni scorsi, era stata necessaria l’evacuazione di una quarantina di abitanti del nucleo e delle frazioni circostanti di Ri, Pezze e Boè.
Intanto per il rogo sono stati fermati due svizzeri di 26 e 28 anni del Canton Svitto che dovranno rispondere dell’ipotesi di reato di incendio colposo. Avevano acceso un fuoco durante un bivacco notturno all’alpe di Neggia, poi erano andati a dormire senza accertarsi che fosse totalmente spento.
s.d.r.
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