IL CASO
No allo striscione pro migranti
Ultimatum dei vigili a Emilio Vanoni. Che evita 400 euro di multa

Gli era già accaduto quasi trent’anni or sono, quando nella veste di leader di un movimento per la pace e il disarmo aveva dovuto pagare trecentomila lire di multa per aver appeso striscioni contro la guerra nel Golfo, in sala consiliare e sul muro di cinta della casa parrocchiale.
Emilio Vanoni, ora presidente del comitato “Don Lorenzo Milani”, che organizza l’ospitalità in estate ai ragazzi bielorussi provenienti dalla regione di Chernobyl contaminata dall’incidente nucleare, per non incorrere in una sanzione ha dovuto rimuovere lo striscione in favore dell’accoglienza ai migranti che aveva appeso all’esterno della sua casa in via Milano, nel rione Broglio.
Vanoni è amareggiato e ha scritto al sindaco. «Si è presentata una pattuglia della polizia locale - dice Vanoni - per intimarmi di togliere dal mio balcone uno striscione lungo circa quattro metri recante la scritta “Salvare i migranti dovere umanitario”, pena un verbale di 400 euro perché affisso senza autorizzazione».
Vanoni lamenta anche che, nottetempo, è stato strappato lo striscione con lo stesso testo che, dopo aver avuto il permesso, aveva appeso fuori dalla chiesa parrocchiale di San Paolo, come era avvenuto in precedenza a quello posto sulla cancellata della casa parrocchiale di San Giovanni Battista, in via Porro. «Alla fine - dice Vanoni - il parroco mi ha chiesto di non appendere più quest’ultimo striscione per non creare divisioni nella comunità».
Al sindaco, Vanoni chiede «quale norma o regolamento vieti di mettere sulla mia proprietà uno striscione che non reclamizza un prodotto commerciale o un’iniziativa di partito, ma difende un valore etico. Non ho fatto altro che esprimere il mio pensiero, un diritto tutelato dalla Costituzione».
Sulla questione, il sindaco Marco Cavallin chiarisce: «Sono intervenuto a seguito della segnalazione di alcuni cittadini che lamentavano l’affissione dello striscione. Di concerto con la polizia locale, abbiamo chiesto a Vanoni di rimuovere lo striscione non per il contenuto dello stesso, ma per il rispetto del regolamento comunale che prevede che per le affissioni sia richiesta un’autorizzazione.
È mio dovere, come sindaco, far rispettare a tutti le regole».
Si era dovuti intervenire, negli anni scorsi, per i cartelli che vengono affissi abusivamente dagli sposi sui pali dell’illuminazione pubblica, che nessuno rimuove e rimangono esposti per giorni, per finire poi a terra.
Vanoni, comunque, non demorde e ha fatto sapere che ha già presentato regolare domanda in Comune per tornare ad affiggere lo striscione in favore dell’accoglienza ai migranti sulla balconata della sua casa. Intanto, al suo posto ha appeso con le mollette il Tricolore, la bandiera della pace e una maglietta con la scritta “Siamo tutti migranti”.
© Riproduzione Riservata