L’UDIENZA
Induno, «ti stupro la famiglia». E mostra il pene
Albanese a processo: patteggia sei mesi di carcere

Prima ha danneggiato la porta del bar. Poi, quando ha saputo di essere stato denunciato per quell’episodio, è tornato nel locale e ha minacciato il titolare: «Ti stupro la famiglia!». E per ribadire le sue intenzioni ha estratto il pene dai pantaloni. Il tutto davanti al bancone del locale pubblico.
Uno “show” che è costato caro un trentatreenne cittadino albanese, residente a Induno Olona, finito a processo in Tribunale a Varese con le accuse di danneggiamento e minaccia. Reati per i quali l’uomo, difeso dall’avvocato Luca Carignola, ha patteggiato una pena di sei mesi reclusione davanti al giudice Alessandra Sagone. Una vicenda che risale all’estate del 2020. Tutto inizia giovedì 13 agosto quando l’immigrato, a quanto pare sotto l’effetto di qualche bicchiere di troppo, rompe la porta di ingresso e il registratore di cassa di un bar di via Jamoretti di cui era cliente abituale. Il giorno dopo, venuto a conoscenza della denuncia presentata nei suoi confronti, si ripresenta nel locale e se la prende con il proprietario. «Ti stupro la famiglia!», gli urla. E ancora: «Stai attento a quando torni a casa e a tuo figlio». Frasi indubbiamente intimidatorie, accompagnate da un gesto altrettanto minaccioso, soprattutto se riferito alla prima affermazione: si sbottona i pantaloni, abbassa le mutande e si prende il mano il membro. Insomma, ce n’è abbastanza per una duplice denuncia, sfociata inevitabilmente nel processo che si è concluso ieri.
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