SANITA’
Infermieri dal Sudamerica, la Lombardia segue Varese
I due percorsi del progetto Magellano ideato dal consigliere comunale varesino Bonoldi. Rinforzi dal Paraguay per gli ospedali di Stradella e Voghera
Fa scuola il progetto Magellano. Ideato da Guido Bonoldi, ex presidente della Fondazione Molina e consigliere del Comune di Varese con delega alla Sanità, e portato avanti dal Centro Gulliver di Varese, la cooperativa sociosanitaria presieduta da Emilio Curtò. Il modello è stato infatti replicato anche nell’Oltrepò Pavese. Da pochi giorni sette infermieri provenienti dal Paraguay hanno preso servizio negli ospedali di Stradella e di Voghera.
IL BILANCIO DI DUE ANNI
Ieri a Palazzo Lombardia, alla presenza tra gli altri del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, si è fatto il bilancio di questo primo biennio di attività che ha come obiettivo dichiarato reclutamento di nuovi infermieri provenienti dal Sudamerica per ovviare alla carenza cronica di personale infermieristico. Che, in una terra di frontiera come la provincia di Varese, preferisce emigrare nella vicina Svizzera attratto da salari che sono almeno il doppio di quelli garantiti in Italia.
DUE PERCORSI
Sin qui l’iniziativa è stata strutturata in due percorsi. Il primo, ribattezzato “Magellano Professional”, ha previsto l’inserimento lavorativo in strutture sanitarie pubbliche lombarde, con un contratto di ingaggio annuale, prorogabile, di infermieri laureati nelle università di Lima in Perù, di Rosario in Argentina e Villaricca in Paraguay. Nello specifico, in questo biennio 21 infermieri sudamericani hanno risposto al bando dell’ASST 7 Leghi e sono stati assunti all’Ospedale di Circolo di Varese, altri sette paraguayani sono stati ingaggiati con un bando promosso dall’Asst di Pavia.
ACCOLTI AL CAMPUS DI BREGAZZANA
Essenziale il ruolo del Centro Gulliver: una volta assunti dall’Azienda Ospedaliera, gli infermieri selezionati sono stati accolti al Campus Cascina Tagliata di Bregazzana per un mese di formazione intensiva, propedeutico all’inserimento lavorativo. Da un corso accelerato di lingua italiana all’allineamento alle competenze infermieristiche, all’accompagnamento per quel che concerne tutte le questioni burocratiche e di alloggio.
PRIMO MESE DI AMBIENTAMENTO
Il secondo percorso si chiama “Magellano Student” e coinvolge studenti universitari di Scienze infermieristiche provenienti da università sudamericane: «L’Università dell’Insubria ha stipulato un accordo in base al quale gli studenti svolgono un semestre sul nostro territorio: un primo mese di ambientamento e poi i successivi cinque di formazione, sia di carattere universitario in modo possano acquisire i crediti utili per l’acquisizione del titolo, sia presso i presidi ospedalieri della Regione», ha spiegato la rettrice Maria Pierro, ricordando come gli iscritti al corso di scienze infermieristiche siano in aumento e abbiano raggiunto quota 180 iscritti.
«INSIEME RISPOSTE CONCRETE»
Elogi al modello varesino anche da parte del presidente regionale Attilio Fontana: «Quando gli enti, le istituzioni del territorio, le università e la regione collaborano insieme sanno dare risposte concrete, significa che la Lombardia lavora bene, è attrattiva, e produce risultati», ha commentato: «Insistere sulla reale necessità di introdurre l’autonomia, non è un vezzo, ma la reale possibilità di destinare fondi a esigenze specifiche come quella del reperimento di infermieri per le strutture sanitarie lombarde di cui c’è un gran fabbisogno. Analogo problema esiste per i medici, anche se in questo caso la gestione è molto più complessa».
DALL’UZBEKISTAN
A questo proposito, la scorsa settimana Regione Lombardia ha accolto una decina di infermieri provenienti dall’Uzbekistan e ora alloggiati all’ospedale Fatebenefratelli di Milano. «Mentre mancano risorse per aumentare gli stipendi e stabilizzare i nostri infermieri, si trovino fondi per operazioni di facciata», hanno però stigmatizzato i sindacati.
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