A INTRA
In pausa senza mascherina: bar chiuso
Cameriera punita dai vigili, la titolare protesta: «Era lontana dai clienti»

«La sanzione è ingiusta e non posso permettermi di chiudere».
Hanane Qiouami, titolare del locale «Le Cafè» in piazza Matteotti a Intra, si è rivolta alla Prefettura contro il verbale della polizia municipale che le impone la chiusura del bar per cinque giorni. «Giovedì pomeriggio, 23 luglio, - spiega - è arrivato un vigile. La mia cameriera era in pausa ed era andata fuori dall’area del dehors per fumare una sigaretta e nel frattempo ha sistemato il cartello con il menu del pranzo. Si era tolta la mascherina, ma in quel momento non c’era nessuno vicino a lei. Ai tavolini del bar c’erano due clienti, distanziati tra loro».
Il vigile, nonostante le spiegazioni fornite dalla titolare va avanti e stende un verbale, in base alle norme anti-covid, disponendo cinque giorni di chiusura per l’attività. La barista si è rivolta immediatamente ai suoi avvocati, Melania Ruberto ed Elisa Indriolo. E ha deciso di non chiudere e di continuare a lavorare. Il giorno dopo la polizia municipale è tornata e, constatando che il bar era ancora aperto, ha denunciato la titolare per l’inottemperanza del provvedimento.
«Non posso permettermi di chiudere perché già abbiamo subito un danno con tre mesi di lockdown, durante il quale non potevamo lavorare ma avevamo comunque spese come l’affitto e altri costi fissi - spiega Qiouami - Ora anche il danno di immagine sarebbe troppo grave. Cosa penserebbero i miei clienti? Che mi hanno fatto chiudere perché non rispetto le norme igieniche? Quella multa non doveva esserci. Non è giusta».
Intanto gli avvocati si sono rivolti al prefetto. «La sanzione stabilita dal vigile è addirittura la più grave prevista. E comunque riteniamo che non ci sia stata alcuna violazione da parte della nostra assistita - spiegano Ruberto e Indriolo - Ci sono testimoni e immagini delle telecamere di videosorveglianza che dimostrano che non c’era nessuno e non c’era nessuna situazione di pericolo», precisano le legali. Si sono immediatamente rivolte alla Prefettura, che si è dimostrata disponibile, come riferiscono gli avvocati, ma il prefetto non ha potere di sospendere il provvedimento dei vigili in via cautelare. I tempi dei ricorsi sono molto lunghi. «Abbiamo spiegato alla signora che se non avesse chiuso il bar avrebbe rischiato la denuncia, ma ci ha risposto che non poteva permettersi di chiudere», concludono le legali. Al momento hanno avviato un ricorso in autotutela. Secondo le dichiarazioni del comando di polizia municipale al momento della sanzione c’erano almeno dieci persone nel locale. Circostanza che la titolare smentisce, ribadendo di avere foto, video e testimoni che dimostrano la sua versione dei fatti.
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