L'INDAGINE
Invalidi falsi, indennità vere: scoperti
Cinque truffatori denunciati dalla guardia di finanza: hanno sottratto 280mila euro agli italiani. Dall'inizio dell'anno sono dodici i "furbi" finiti nei guai

Tremano davvero i falsi invalidi della provincia di Varese.
Tremano perché grazie alle indagini incrociate di guardia di finanza e Inps si sta levando il velo da una pratica truffaldina che anche a queste latitudini ha fior di "campioni". Come i cinque denunciati per truffa aggravata dello Stato che l’ultima indagine della guardia di finanza ha riguardato da vicino.
Tanto vicino che è emerso che i cinque varesini non solo non erano invalidi ma in qualche caso godevano di sufficiente salute per lavorare e incassare il relativo stipendio.
In tutto, questi cinque italiani "modello furbetto" hanno fregato ai loro compatrioti circa 280mila euro di somme incassate indebitamente.
Il primo caso è quello di una finta cieca quasi totale, come attestava la documentazione sanitaria in suo possesso e dunque invalida al 100%. Invece la donna, non essendo affetta da alcun disturbo totalmente invalidante alla vista, conduceva una vita normale e assolutamente autosufficiente: usciva di casa da sola a piedi o in bicicletta non accompagnata e si recava al lavoro con piena autonomia in un ufficio di Busto Arsizio, dove, con la sua falsa infermità, le era pure stato assegnato, su richiesta, un posto di lavoro protetto in qualità di centralinista. Peccato che la donna, denunciata, svolga anche un’altra attività di rappresentante legale di un centro analisi di cui lei stessa è socia e dove svolge l’attività di amministrazione, a contatto con il pubblico. I finanzieri l’hanno infatti filmata mentre sbrigava normali attività allo sportello del centro analisi, mentre scriveva e indicava ai clienti dove firmare sulle ricette mediche e mentre, a piedi, da sola, si recava al lavoro pur percependo un’indennità di accompagnamento di circa 900 euro al mese.
Un altro falso invalido, dal 2006, percepiva pressapoco mille euro al mese di cui circa la metà di accompagnamento in quanto risultava "immobilizzato e non autosufficiente". Anche questo truffatore se ne andava in giro a svolgere varie incombenze familiari ed è stato, tra l’altro, ripreso nei vari momenti di vita quotidiana, da solo, mentre guida l’auto, si reca in lavanderia e svolge altre normali commissioni oltreché lavori di giardinaggio.
Il terzo denunciato risultava ufficialemente inabile al lavoro al 100%.
Invece è risultato lavorare da tempo per una società svizzera con la qualifica di meccanico di precisione e, quindi oltre a percepire dal dicembre 2008, 1.300 euro di pensione d’invalidità, incassava anche un altro stipendio in Svizzera di circa 2.500 euro.
Il quarto falso inabile al lavoro al 100%, percepiva un assegno d’invalidità totale di 2.000 euro circa. Peccato lavorasse regolarmente, addirittura come magazziniere, in una ditta di Daverio.
Infine la quinta "furba" è una saronnese che percepiva indebitamente un’indennità di accompagnamento di 500 euro mensili. Anche lei è stata filmata dalla Guardia di finanza mentre da sola andava in giro per la città per svolgere commissioni. L’indagine - spiegano dal Comando provinciale della Gdf -, svolta "in collaborazione con l'Inps, è tuttora in corso e sono al vaglio ulteriori posizioni sospette e il ruolo di taluni professionisti che hanno attestato le inesistenti infermità. A oggi, infatti, sono in tutto otto i falsi invalidi scoperti e denunciati, oltre ad altre quattro persone a titolo di "concorso nella truffa", mentre sono state recuperate indebite erogazioni di contributi per le invalidità per oltre 520mila euro".
Altro servizio sulla Prealpina in edicola domenica 10 febbraio.
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