IL PROVVEDIMENTO
Investì e uccise Michela. Espulso
Rimpatriato in Marocco l’uomo che era alla guida dell’auto. L’incidente nel Comasco

La tragedia avvenne nella serata del 19 ottobre scorso a Oltrona San Mamete, in provincia di Como, dove una giovane mamma, Michela Russo, indunese di 33 anni, venne investita da un uomo in auto. Morì pochi giorni dopo, Michela, senza essersi mai ripresa dalle gravi ferite di quell’incidente, lasciando un compagno e due bimbi di 3 e 6 anni: una vicenda che destò profondo cordoglio in tutta la Valceresio, dove lei, lavoratrice frontaliera, viveva.
I funerali vennero celebrati il 27 ottobre nella chiesa prepositurale di San Vittore, ad Arcisate.
Ebbene, chi l’ha investita, lasciandola incosciente sull’asfalto, è un extracomunitario irregolare, Karim Hamid, di 26 anni: è stato rimpatriato nelle scorse ore in Marocco, dopo che era stato rintracciato dalla Questura di Milano.
Grande soddisfazione per la conclusione della vicenda è stata espressa dal sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, che ha sottolineato come le indagini, partite subito dopo l’incidente, abbiano visto all’opera congiuntamente le Questure di Milano e di Como con il coordinamento della Direzione centrale immigrazione e della Polizia delle Frontiere per poter arrivare al fermo del marocchino.
Lo straniero, si è appreso, è già noto alle forze dell’ordine per aver commesso una lunga serie di reati, fra i quali detenzioni illecita di stupefacenti e soggiorno irregolare sul territorio nazionale, guida senza patente e sotto l’influenza di alcool, porto abusivo d’armi e di oggetti atti ad offendere.
Subito dopo aver travolto Michela che stava andando a riprendere la sua auto, l’immigrato era stato fermato dai carabinieri della stazione di Appiano Gentile e denunciato a piede libero con l’accusa di lesioni gravissime.
La Questura di Milano, che lo ha rintracciato, ha chiesto quindi il nulla osta per l’espulsione all’autorità giudiziaria che lo ha concesso giovedì 28 novembre, in mattinata, e poi sono arrivati anche il via libera dal Consolato e la convalida dal giudice di pace. È avvenuto dunque il rimpatrio dell’uomo in Marocco.
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