L’INDAGINE
Ispra, caso drone russo: ipotesi “falsi positivi”
Registrate radiofrequenze compatibili dopo l’apertura dell’inchiesta: ad oggi il passaggio del drone non è nemmeno certo

Il captatore del centro di ricerca comune dell’Ue di Ispra ha registrato, anche dopo l’apertura dell’inchiesta a Milano, altre radiofrequenze compatibili, in teoria, con il sorvolo di un drone di fabbricazione russa. E’ un altro dato che è emerso nelle indagini aperte a fine marzo per l’ipotesi di reato, a carico di ignoti, di spionaggio politico o militare, aggravato dalla finalità di terrorismo con condotte di “grave danno” all’Italia.
IL CAPTATORE
Da quanto si è saputo, però, nell’inchiesta, condotta dal Ros dei carabinieri e coordinata dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Alessandro Gobbis, gli inquirenti devono accertare in primo luogo, con tutte le analisi tecniche in corso, se quei sei passaggi in cinque giorni sul centro e sulla no-fly zone, registrati dal captatore, e poi quello ulteriore tracciato con le radiofrequenze, addirittura dopo la notizia dell’apertura dell’indagine, siano davvero riconducibili al transito di droni, eventualmente prodotti in Russia, o siano dei ‘falsi positivì del dispositivo informatico.
IL PASSAGGIO DEL DRONE NON E’ CERTO
Allo stato, dunque, non è nemmeno certo che ci sia stato effettivamente un passaggio di un drone, perché immagini registrate non ce ne sono e non ci sono nemmeno testimoni.
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