LA CRISI
Finnord, lavoratori senza stipendio
Richiesta di concordato in continuità depositata in Tribunale: manca liquidità, debiti congelati

Concordato in continuità alla Finnord di Jerago con Orago.
Nell’estate 2015 i circa trecento dipendenti di Finnord Group, azienda metalmeccanica che ha il suo core business nella costruzione di componenti metalliche per il settore automotive, furono convocati in assemblea dai rappresentanti sindacali: l’azienda chiedeva loro chi fosse disposto, volontariamente, a tagliare parte delle proprie ferie per riuscire a rispondere in maniera adeguata a tutti gli ordini in essere.
Una comunicazione ben diversa da quella che, gli stessi lavoratori, hanno ricevuto nella giornata di martedì 5 marzo, nel corso delle assemblee che sono state convocate per ogni turno.
Questa volta la notizia è stata una doccia fredda: i vertici aziendali hanno annunciato a Flavio Cervellino e Raffaele Scaramella, rispettivamente referenti di Fim Cisl dei Laghi e Fiom Cgil Varese, di aver depositato al Tribunale di Varese richiesta di concordato in continuità per l’azienda.
Una decisione assunta per poter affrontare la crisi finanziaria che ha investito il gruppo. Gli ordini ci sono, la capacità produttiva pure, ma manca la liquidità. Con la richiesta presentata ai giudici, tutti i debiti anteriori al 28 febbraio (data di presentazione della richiesta) vengono congelati, in attesa di un piano di rientro da concordare con i creditori e da sottoporre all’esame e approvazione da parte del Tribunale stesso.
«È sicuramente una doccia fredda per tutti - sottolinea Scaramella - anche se l’elemento positivo è che l’attività produttiva va avanti.
Questa è un’azienda che ha ordini, ha capacità produttiva e know-how che le viene riconosciuto nel mondo dell’automotive. Anche i lavoratori, da parte loro, stanno dimostrando una notevole serietà e impegno nell’affrontare questo momento difficile. Prodotti e capacità ci sono. Bisogna ora intervenire in modo serio sui conti».
I lavoratori hanno già affrontato diversi sacrifici. In autunno, infatti, in azienda - proprio per un primo intervento sul fronte finanziario - è stata aperta una cassa integrazione che ha coinvolto tutti i reparti e anche gli impiegati. Non solo. Secondo quanto stabilito dalla legge, il loro stipendio di febbraio resta congelato, rientrando nei debiti pregressi alla data di presentazione della richiesta di concordato.
«Avevamo avuto qualche segnale nei mesi scorsi - commenta Cervellino - quando si erano verificati alcuni ritardi nei pagamenti degli stipendi e la suddivisione in tranche della tredicesima. Anche se poi gli accrediti erano stati fatti. È chiaro che non siamo di fronte a una crisi di produzione ma è altrettanto importante verificare con puntualità e precisione tutti i passi che l’azienda farà nei prossimi mesi. Per questo abbiamo già richiesto incontri periodici in cui chiederemo conto dei diversi passaggi».
«Ci hanno detto che sono già al lavoro», confermano i sindacalisti. Fino ad oggi la parola esuberi non è mai stata pronunciata, anche perché in questi mesi, già una quarantina di persone hanno presentato le dimissioni spontaneamente.
© Riproduzione Riservata