IN MOSTRA
La moda sta nei dettagli: i “must have” tra Otto e Novecento
Alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate i complementi che da sempre fanno la differenza trasformando tutte le mise
Non chiamateli accessori. Cappelli, borse, scarpe, guanti, bastoni, ombrelli, fazzoletti e ventagli sono piuttosto quei dettagli di moda, in apparenza “nonnulla eleganti”, in realtà complementi che da sempre hanno fatto la differenza, trasformando anche la mise più banale e ordinaria.
Una mostra alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate, a cura di Elisabetta Chiodini e Mariangela Agliati Ruggia, si concentra proprio su questi elementi, testimoni del variare del gusto e delle trasformazioni della società, oltre che esempi di qualità artigianale. Oltre 200 gli oggetti esposti, affiancati da cataloghi di vendita e riviste di moda, figurini e manifesti pubblicitari (tra cui le litografie a colori di Enrico Sacchetti e Aldo Bruno, per le vendite del 1924 e 1925 dell’Unione Cooperativa e provenienti dalla Raccolta Bertarelli di Milano), una sessantina di dipinti e sculture provenienti da collezioni pubbliche e private, realizzate da artisti come Giacomo Balla, Giovanni Boldini, Telemaco Signorini, Vittorio Matteo Corcos, Spartaco Vela, Filippo Franzoni. I dipinti e le sculture consentono di indagare i cambiamenti di gusto e l’evoluzione di diverse tipologie di accessori e complementi di moda tra gli anni trenta dell’Ottocento e i primi tre decenni del Novecento, un periodo definito il “secolo della borghesia”. Tra i dipinti esposta anche la Bambina con i fiori di Giacomo Balla dal Civico Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Castello di Masnago. Pennellate rapide e filiformi, tipiche della fase divisionista dell’artista, subito dopo il soggiorno parigino, disegnano un sottobosco estivo in cui si fonde la figura della bimba, forse la figlia Luce. Avvolta in una vestina celeste con colletto alto e maniche lunghe, si protegge dal sole con un cappellino di paglia troppo grande per lei, che si indossava da maggio alla stagione della vendemmia. Tra gli accessori indispensabili nei guardaroba di uomini e donne non vi erano solo i cappelli, di varie fogge e materiali, spesso arricchiti di piume e fiori ma anche i guanti, in tessuto o morbida pelle di capretto, capaci di adattarsi alle trasformazioni della moda e segno di distinzione borghese e di stile.
Il percorso espositivo racconta poi della fortuna di ventagli, di varie fogge e dimensioni, parasole (prezioso quello in seta, legno e avorio di manifattura europea anni 1840-60) e bastoni da passeggio in legni pregiati con impugnature scolpite, sbalzate, incise che ne fanno veri e propri capolavori d’arte applicata.
Borse e scarpe, oggi immancabili nei guardaroba femminili, hanno iniziato a farsi strada nel mondo della moda e a essere considerati must have, solo nel corso dei primi due decenni del Novecento. Spiccano in mostra le creazioni di Andrè Perugia, modelli esclusivi e stravaganti, in pelle di lucertola e metallo dorato e in pelle di capretto con reticolo di strass, veri e propri oggetti di design, capolavori ancora oggi attualissimi. Diverse le fogge delle borse, che si adeguano all’uso e cambiano a seconda delle occasioni: in pelle, informali, per la mattina; in tessuto moiré per le toilette più eleganti per le passeggiate pomeridiane; in leggerissima maglia metallica o in tessuto ricamato con conterie e perline metalliche per la sera. Tra i focus, quello reso possibile dalla collaborazione con il Centro di dialettologia e di etnografia dello Stato e il Museo Onsernonese di Loco, che mostra le specificità della confezione di accessori in paglia e quello dedicato, a chiusura della mostra, alla figura della stilista luganese Elsa Barberis. Le forme semplificate e moderne dei suoi abiti segnano infatti l’inizio, dagli anni Quaranta, di una nuova stagione della moda e inaugurano una nuova maniera di disegnare e vivere gli accessori.
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