IL PROGETTO
La nuova Corte Bassani divide Albizzate
Il progetto di riqualificazione alimenta visioni differenti durante l’assemblea pubblica. L’8 febbraio la votazione in Consiglio comunale

Il progetto di riqualificazione della Corte Bassani ha animato l’assemblea pubblica di ieri sera, martedì 28 gennaio, organizzata dall’Amministrazione comunale. Come prevedibile, da un lato c’è chi vede l’intervento come «un passo in avanti per risolvere i problema del centro storico» e dall’altra chi la definisce «una speculazione edilizia che non condivisa con i cittadini». Pensieri e visioni differenti che sembrerebbero far pendere la bilancia a favore di chi vuole vedere realizzato il progetto. Progetto che, come anticipato dal sindaco Mirko Zorzo andrà in votazione in Consiglio comunale il prossimo 8 febbraio.
PRAGMATISMO LOMBARDO
Il primo cittadino non ha dubbi «serve del sano pragmatismo lombardo per risolvere i problemi del centro storico». Un pragmatismo che passa (anche) attraverso la revisione puntuale del Piano di governo del territorio (Pgt). «Voglio che mio figlio abbia un po’ di bellezza intorno a sé - afferma un cittadino - quindi ben venga il nuovo progetto». Progetto che prevede costruzione di 23 unità abitative e di 7 negozi dove ora c’è una corte «lasciata al degrado» come evidenziato da un cittadino. Anche per l’assessore ai lavori pubblici, Massimiliano Ravizzi l’intervento consentirebbe non solo di avere nuovi abitazioni senza consumare altro suolo ma renderebbe più vivibile una zona del centro storico poco sicura e con parti pericolanti. «Il progetto presentato piace alla gente e dovete farvene una ragione», interviene il presidente del circolo di Fratelli d’Italia, Giuseppe Corrao «inoltre da chi critica non sono stati presentati progetti alternativi».
SPECULAZIONE EDILIZIA
C’è chi non condivide la visione e la progettualità portata avanti dall’amministrazione tanto da definirla «una speculazione edilizia». Tra gli interventi più critici c’è quello della consigliera di opposizione, Barbara Raimondi: «Anche in altri centri storici ci sono situazioni di degrado ma non ho visto radere al suolo palazzine storiche per costruirne di moderne. Il problema c’è ma deve essere affrontato con attenzione». E anche la convocazione dell’assemblea è stata definita «tardiva» perché arriva a dieci giorni dall’adozione del progetto in Consiglio comunale. «Pragmatismo non vuol dire calare le braghe davanti al privato - conclude Raimondi - qui si cambiano le regole del Pgt a vantaggio di un privato». C’è anche chi non vede di buon occhio i tre piani di altezza di una parte della nuova costruzione.
L’articolo completo sulla Prealpina di giovedì 30 gennaio, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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