MUSICA E SOLIDARIETÀ
La poesia di Vecchioni incanta Fagnano
Serata magica con l’esibizione del “prof” davanti al campo sportivo dell'oratorio San Luigi di Bergoro

Da Eschilo a Sofocle, l’amore per le donne, la morte e la cultura. Ma soprattutto i sogni. Roberto Vecchioni ha salutato Fagnano Olona con una lezione: «I sogni teniamoceli stretti e allarghiamo le mani per darli a tutti», ha detto tra l’omaggio alla sua amica Franca Rame, le note dell’Infinito tour e le classiche e sempre amatissime “Luci a San Siro” e “Samarcanda.”
Il prof ha regalato un sogno a Bergoro ieri sera, 17 giugno. E il pubblico ha ricambiato l’affetto per Vecchioni con lunghi applausi e tutti in piedi a ballare sul finale. Un inno alla cultura, impegno sociale, e anche un cenno al funerale di Silvio Berlusconi e alla sua evidente ma garbata critica sulla scelta del lutto di Stato. «Quando sarà il mio momento voglio il “rutto di Stato”» ha detto Vecchioni poco prima di intonare “Viola d’inverno” spiegandone il testo.
Due ore indimenticabili organizzate dall’associazione Qualcosa per il mondo guidata da Alessandro Macchi. C’era davvero tutta Fagnano - dal sindaco Marco Baroffio con l’amministrazione comunale - e tantissimi arrivati da Busto Arsizio e da ben più lontano che hanno contribuito al successo dell’iniziativa andata praticamente sold out. Una soddisfazione per i volontari che hanno lavorato per il successo di un concerto degno delle grandi città, di stadio e teatro. La tappa a Bergoro ha riempito il cuore del pubblico che pendeva dalle labbra del prof che tra una canzone e l’altra del suo Infinito tour ha regalato perle di saggezza: «Dovremmo vivere di cose inutili, quelle che non danno. Regalano», dice inneggiando alla necessità di cultura. Citando poi i classici, da Eschilo: «Sapete cosa c’è scritto sulla mia maglietta? È una citazione di Eschilo: Si impara soffrendo. Ed è vero perché dalla felicità non si impara un c… La sofferenza ti insegna a volere ancora la felicità, piccola o grande che sia». Ha parlato di sé, dei Festival di Sanremo e del Festivalbar, del suo rapporto con Franca Rame che voleva che cantasse sempre “Voglio una donna” (e il pubblico si è scatenato). Ha parlato di sogni, sogni veri da condividere e farli insieme agli altri, «Non fa niente anche se non si realizzano, ma non smettiamo di sognare». Ancora la citazione della tragedia di Sofocle, Antigone, «Sono nata per amare», non per odiare. Così Vecchioni ha rimarcato la sua visione del mondo denso di umanità, errori perché non saremo mai perfetti. Tra le note, musica e poesia ha parlato di sogni, senza perdere la sua ironia: «Fino al rutto nazionale, io sognerò». E anche Fagnano si ricorderà per sempre questa meravigliosa pagina di musica e cultura sotto le stelle di una notte di quasi estate.
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