OLTRE FRONTIERA
La Svizzera non trova lavoratori
Da un’indagine risulta che alcuni settori, tra cui l’assistenza sanitaria, l’informatica e l’industria meccanica, hanno posti vacanti

In Svizzera c’è lavoro ma studi professionali, attività commerciali, aziende e settore di assistenza medica faticano a trovare il personale. In alcuni casi non lo trovano del tutto. È quanto emerge da un report sull’economia e sull’occupazione nella vicina Confederazione elvetica elaborato da Credit Suisse e reso noto oggi, mercoledì 15 dicembre. Ecco l’analisi sul fronte appunto del lavoro: «Nel terzo trimestre del 2021 l’occupazione ha superato di circa lo 0,9% il livello pre-crisi (pandemica Ndr). I datori di lavoro stanno incontrando maggiori difficoltà a trovare personale. Il numero di posti di lavoro disponibili è a livelli record, e la tensione del mercato del lavoro, ovvero il rapporto tra posti vacanti e disoccupati, è di nuovo allineata alla media pluriennale». Nel dettaglio: «Esistono tuttavia notevoli differenze tra i singoli settori: la tensione del mercato del lavoro è infatti più elevata nel settore informatico; seguono gli studi di architettura, l’industria chimico-farmaceutica e l’industria meccanica. Anche nei servizi sanitari o di assistenza sociale la carenza di personale qualificato è risultata superiore alla media». Gli effeti: «Le crescenti difficoltà di reclutamento producono una pressione salariale. Considerata l’inflazione attesa, i salari reali nel 2022 dovrebbero subire un lieve calo, come già avvenuto quest’anno».
Dunque, posti liberi - anche se vengono chiesti profili specializzati - oltre confine. Occasione per diventare frontalieri?
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