LA TENDENZA
Lavoro, meglio se in Svizzera
Leggero incremento dei frontalieri che superano quota 70mila anche con la pandemia: in 33mila dalla provincia di Varese

Se la pandemia ha travolto l’occupazione in Italia, dove in un anno si sono persi un milione di posti di lavoro, il Covid-19 sembra aver creato meno difficoltà ai frontalieri. Per lo meno guardando ai numeri dell’ultima analisi trimestrale dell’Ufficio federale di statistica per il quale, alla fine di marzo, in Canton Ticino il numero di frontalieri ammontava a 70.166. Mentre, nello stesso periodo dell’anno precedente, i lavoratori provenienti dall’Italia nel cantone a sud delle Alpi erano 69.432. È vero che l’Ust precisa che la statistica è stata oggetto di revisione, e quindi, in attesa del ricalcolo dei risultati a partire dal 2019, i numeri sono provvisori. Tuttavia anche da quello che emerge sul campo non si registrano gravi problemi occupazionali in Ticino .
A livello svizzero, d’altronde, si è assistito a un incremento su base annua dell’1,3% dei frontalieri, che hanno raggiunto il numero totale di 344.000 a fine marzo, 40.000 in più rispetto a cinque anni prima.
E non è escluso che, nei prossimi mesi, possa esserci un altro aumento di ricerca di lavoro in Svizzera: durante l’ultima grande crisi economica italiana del 2008, infatti, molte persone che persero il lavoro in Italia si riversarono proprio in Canton Ticino, contribuendo a un’ulteriore crescita del numero di frontalieri. Nell’ultimo periodo, inoltre, si segnala un aumento dei frontalieri nella zona del Sopra Ceneri, nei pressi di Bellinzona a testimoniare come, pur di trovare un posto di lavoro, anche nel Varesotto si è disposti a macinare molti più chilometri di viaggio.
Questi lavoratori, che arrivano per circa il 40% dal Varesotto (i varesini che si spostano sono circa 33mila) sono cresciuti soprattutto nel settore terziario, dove sono occupati per lo più nel commercio, nelle attività professionali scientifiche e tecniche, in mansioni amministrative e di servizi di supporto e nella sanità e assistenza sociale. Nell’industria si contano invece 24.000 frontalieri, specialmente nel settore manifatturiero e nelle costruzioni. D’altronde in Canton Ticino è ormai un dato strutturale che lavorino più stranieri che svizzeri. Secondo il report “Panorama statistico del mercato del lavoro ticinese”, se nel 2017 e nel 2018 la differenza tra svizzeri e stranieri era di duemila unità su un totale di circa 118-120.000 impieghi, nel 2019 la forbice si è allargata. Gli svizzeri occupati erano 112.000, mentre gli stranieri in salita a 122.000.
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