LA SENTENZA
La truffa di Medjugorje: spariti 2 milioni
Anziana condannata per aver raggirato una gallaratese: i soldi a una finta associazione religiosa

Da tempo, ormai, Medjugorje, con il suo santuario e la sua collina delle apparizioni mariane, non è solo una questione religiosa. Il luogo di culto della piccola cittadina della Bosnia Erzegovina, di recente definitivamente sdoganato dal Vaticano, è visitato ogni anno da 2 milioni di pellegrini, che producono un fatturato annuo superiore agli 11 miliardi di euro. Inevitabile conseguenza, l’odore di soldi finisce per attirare anche mondi e personaggi più vicini al male che al bene. Due esempi: i costanti richiami dell'inviato di papa Francesco a Medjugorje, l'arcivescovo polacco Henryk Hoser, alle infiltrazioni camorriste in cerca di profitti, specie nell’ambito delle speculazioni edilizie in atto, e i tanti, troppi truffatori che sfruttano la presenza dei fedeli in terra bosniaca in cerca di guarigione, consolazione o di un contatto con il soprannaturale. Le cronache fanno esplicito riferimento a veggenti farlocchi o a truffatrici abili a spillare donazioni anche milionarie sostenendo che l’aveva chiesto la Santa Vergine in persona.
Proprio questo è il caso di Antonietta Frau, 72 anni, milanese dalle chiare origini sarde, condannata dal Tribunale del capoluogo lombardo a quattro anni di carcere e a un anticipo sul risarcimento del danno di 200 mila euro per circonvenzione di incapace aggravata. Vittima della circonvenzione una 68enne gallaratese, affetta da un disturbo cosiddetto paranoide, convinta a versare tra il 2009 e il 2012 il suo ingente patrimonio, equivalente a 2 milioni di euro, a favore di una sconosciuta e inesistente associazione religiosa torinese “Opus Mariae”, il cui nome richiamava un omonimo ente, quello sì vero, fondato da alcuni sacerdoti.
Che fine hanno fatto i soldi? Sono stati raccolti in parte dal genero dell’imputata, che si presentava come consigliere spirituale della veggente Vicka Ivankovic (la quale a sua volta afferma di vedere la Madonna quotidianamente dal 24 giugno 1981), e versati in parte in un paio di banche dell’Erzegovina su conti correnti a lei riconducibili.
Le indagini hanno evidenziato il forte condizionamento psicologico della truffatrice, che ha costretto la donna gallaratese a interrompere tutti i rapporti con la sua famiglia. La psichiatra milanese Luisa Baima Bollone, dopo averla visitata, ha stabilito che «il livello di sradicamento quotidiano e la polarizzazione di ogni programma di vita» aveva esposto il suo «disturbo psicopatologico a un comportamento di raggiro da parte di terzi».
Il marito della vittima ha dichiarato di aver iniziato ad accompagnare a Medjugorje la moglie quasi ogni anno, a cominciare al 2006. In quel periodo ha deciso di donare 9 mila euro all’associazione (che poi si scoprirà priva di reale operatività) “Opus Mariae”, ma dal 2010 si era reso conto del disagio psichico di Antonietta, che mostrava un atteggiamento sempre più fanatico e inspiegabile. A un certo punto, la moglie sarebbe stata convinta addirittura a partecipare mensilmente a pellegrinaggi, digiuni e novene a Medjugorje.
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