ITALIA-SVIZZERA
«La tutela dei frontalieri non è negoziabile»
Lisa Molteni, rappresentante di Ufis: «Smart working limitato e tassa sulla salute mera imposta»
Tassa salute, l’Unione Frontalieri Italiani in Svizzera vuole fare chiarezza. «A seguito dell’approvazione parlamentare e della successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Protocollo di modifica dell’Accordo tra Italia e Svizzera sull’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri, riteniamo necessario intervenire con chiarezza e senso di responsabilità - esordisce Lisa Molteni, legale rappresentante di Ufis -. Ciò che è avvenuto a Roma rappresenta un passaggio tutt’altro che marginale: la Camera dei Deputati ha ratificato in via definitiva un Protocollo che introduce effetti concreti sulla fiscalità dei frontalieri, trasformando una scelta politica in una norma pienamente vigente, destinata ad avere ricadute dirette sui lavoratori».
Il Protocollo viene presentato come un aggiornamento tecnico dell’accordo bilaterale, in particolare sul tema dello smart working transfrontaliero e sul finanziamento dei servizi nei territori di confine, con specifico riferimento alla sanità. «Tuttavia – sottolinea Molteni – permangono forti contraddizioni. Lo smart working resta infatti fortemente limitato, con una soglia rigida che non allinea l’Italia agli altri Paesi europei confinanti con la Svizzera e che penalizza in modo evidente i frontalieri italiani».
Ancora più critica è la questione della cosiddetta “sanità di confine”. Per Ufis, come ribadisce la sua legale rappresentante, «non esiste alcuna contropartita reale per i lavoratori frontalieri: le somme prelevate non garantiscono servizi sanitari aggiuntivi, dedicati o prioritari. I frontalieri continuano ad accedere al sistema sanitario come prima, senza benefici diretti». Per questo motivo Ufis ritiene che non si tratti di una tassa di scopo, ma di una mera imposta, un prelievo che finisce per fare cassa sulla schiena dei frontalieri. E, in questo contesto, richiama anche il contributo di Furio Artoni, consigliere comunale del Comune di Luino, da tempo molto attento alla questione dei frontalieri, che ha avuto il merito di portare all’attenzione pubblica e istituzionale le criticità e le ingiustizie di questa impostazione normativa. «Alla luce di quanto pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ci siamo già attivati per un confronto urgente con un pool di esperti, al fine di effettuare valutazioni approfondite sul caso, sia sotto il profilo giuridico sia sotto quello istituzionale. Parallelamente - sottolinea Lisa Molteni - rimaniamo in stretto contatto con l’OIL e con altri interlocutori competenti. La nostra posizione è chiara: la tutela dei lavoratori frontalieri non è negoziabile».
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