IL CASO
La Varese spaccata
Torna l’allarme sicurezza. Tra propaganda da un lato e silenzi dall’altro. Serve un piano (comunale) aggiornato di città sicura

Vetri a terra. Sotto i portici, dove la boutique Base Blu ha subito un assalto con auto usata come ariete per abbattere una vetrina e fare razzia. E in strada, lungo le vie che circondano il lato sud dell’isola pedonale (Dandolo, Cavour, Rainoldi e Bernardino Luini) dove si è registrato un raid contro i finestrini delle auto. Tutto questo nella notte tra Natale e Stefano. Clamoroso. Inquietante.
TUTTI NE PARLANO
Ieri mattina, venerdì 27 dicembre, nei bar del centro invece di confrontarsi su pranzi e cene delle feste e sui chili messi in due giorni, il tema dominante era la sicurezza nel centro cittadino. E paradossalmente, ma neanche tanto, hanno creato più apprensione i danneggiamenti seriali alle auto in sosta. Sì perché toccano più da vicino: poteva capitare a chiunque.
La “Varese spaccata” non è percezione individuale. È realtà. I finestrini a pezzi non sono un caso isolato delle feste. Hanno dei precedenti, nelle stesse zone a ridosso appunto del cuore della città.
LA POLEMICA REITERATA
Alla “Varese spaccata” da criminali e teppisti, si aggiunge la città spaccata nei giudizi, nell’attribuire le responsabilità, nel proporre soluzioni. La questione della sicurezza è diventato il Caso politico. La Lega non perde occasione per scaricare la colpa sull’amministrazione comunale di centrosinistra. E lo fa con eccesso di propaganda. Pensare che la sicurezza, i rimedi, le forze da mettere in campo, siano tutte o quasi prerogative del municipio, francamente non sta in piedi. La stessa Lega dovrebbe allora usare lo stesso metro a Gallarate e Busto Arsizio - che non sono il capoluogo ma nemmeno realtà fuori dai riflettori - dove non mancano fremiti sulla questione sicurezza.
PALAZZO IMPERTURBABILE?
Allo stesso tempo - ecco un altro indizio di spaccatura - il governo di Palazzo Estense non può chiamarsi fuori col divieto di alcolici dalle dieci di sera, non può sbuffare infastidito quando si vorrebbe parlare (anche) della sicurezza in città, non può nascondersi dietro alla distinzione tra percepito e reale. I vetri a terra non sono sensazioni.
C’è allora da prendere atto che la situazione è peggiorata, che occorre - ciascun ente - studiare qualche contromisura (per quanto possibile, le forze a disposizione sono quelle che sono), che l’esasperazione dei varesini, non abituati a notti choc come quella tra Natale e il 26, va un po’ capita. Servono comprensione e buona volontà. E proposte: perché non varare un piano aggiornato di “Varese sicura”, fatto di azioni che rientrino nelle competenze e nelle prerogative del Comune, coinvolgendo chi può dare consigli utili e pratici? Coraggio.
Sulla Prealpina di sabato 28 dicembre un servizio sulla polemica che si è riaccesa sulla questione sicurezza.
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