IL MALTEMPO
«Piena eccezionale»
L’Autorità di bacino: il lago cresciuto a una velocità mai vista

Stop a «tesi infondate e suggestioni allarmistiche»: l’esondazione del lago Maggiore è stata conseguenza di un fenomeno meteorologico eccezionale e non prevedibile, con una crescita di ben 9 centimetri l’ora, quasi un record. Nell’ambito di una perturbazione che tanti danni ha provocato su tutto il territorio, in primis a Vararo di Cittiglio.
È questo, in sintesi, il pensiero dell’Autorità di bacino dei Po all’indomani delle polemiche per il livello del Verbano. Polemiche che hanno visto in prima fila il sindaco di Verbania, Silvia Marchionini, la quale aveva denunciato che «se il livello fosse stato a 194,50 metri, 1,50 in più sullo zero idrometrico come da più parti chiedono, oggi (lunedì 5, ndr) avremmo avuto il lago più alto di ben un metro e 14 centimetri, con la conseguenza che le località rivierasche di Italia e Svizzera sarebbero invase dall’acqua, con ulteriori danni per decine di milioni di euro».
Parole che hanno fatto fare un balzo sulla sedia ai vertici dell’ente che regola il livello del Verbano tramite la diga della Miorina gestita dal Consorzio del Ticino. «Una tesi completamente infondata a livello idraulico e di protocollo istituzionale», precisano dall’Autorità, ricordando che il Tavolo tecnico del lago ha stabilito che il livello possa essere portato fino a un massimo di 1,35, ma «esclusivamente in condizioni di manifesta scarsità idrica» e comunque «mai oltre il 15 settembre». In questo periodo, invece, «il livello da non superare nella normale gestione delle acque è fissato a +1 metro sullo zero idrometrico di Sesto Calende, cioè sulla quota assoluta di 194,016», spiega Doriana Bellani, direttore del Consorzio del Ticino. Che ricostruisce ciò che è successo nel fine settimana: alle 8 di venerdì 2 il livello era a +0,37 metri, dopo sei ore era ancora a +0,39, ma le previsioni facevano supporre una rapida crescita. Quindi, «si sono incrementati i deflussi da 153 a 273 metri cubi al secondo, con manovra delle portine, che viene attuata in situazioni estreme perché può avere conseguenze sull’equilibrio del Ticino sublacuale».
Alle 20 il lago era salito a +0,63, con una crescita di 4 cm l’ora, e sono perciò «iniziate le manovre conclusive in emergenza di apertura totale dello sbarramento», finite dopo tre ore e mezza, con il lago a quota +0,88 (e un deflusso di 893 mc/s).
«Da quel momento - continua Bellani - il lago ha iniziato il regime di deflusso naturale e alle 8 di sabato 3 è arrivato a +1,65. L’incremento verificatosi in otto ore e mezza è stato di 9 centimetri all’ora, una velocità di riempimento che si è raramente verificata non solo negli 80 anni di regolazione ma anche negli anni di regime libero del lago».
Insomma, puntualizza il responsabile della Direzione generale dighe Milano del Ministero delle Infrastrutture, Vittorio Maugliani, se fino alla mattina di sabato si era ancora al di sotto del limite di regolazione di un metro sull’idrometro di Sesto, «da quel momento il lago ha subìto l’eccezionalità dell’evento meteorologico e degli afflussi dai bacini contribuenti di monte che, con valori massimi di 6.000 metri cubi al secondo, hanno causato un gradiente di crescita del livello estremamente elevato, fino al raggiungimento della quota massima di +265 cm». Quota che ieri sera era scesa fino a 199, con il lago rientrato negli argini.
In conclusione, secondo l’Autorità di bacino, la regolazione tra il 2 e il 5 ottobre «è stata attuata nel pieno rispetto delle regole» e ogni connessione con la sperimentazione estiva «appare pretestuosa e priva di alcun fondamento tecnico».
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