AMBIENTE
L’AI che migliora il clima, ma consuma energia e acqua
La medaglia a due facce del rapporto tra nuove tecnologie e protezione dell’ambiente. Gli sviluppi dell’Intelligenza artificiale possono aiutare i Paesi a valutare e controllare meglio l’entità delle loro emissioni

Una delle sfide più importanti e decisive dei tempi odierni riguarda sicuramente l’ambiente, la sua tutela e salvaguardia. Tra le innumerevoli applicazioni dell’Intelligenza artificiale, tutte impiegate per cambiare il modo di vivere e lavorare delle persone, ci sono anche quelle che possono aiutare a ridurre sprechi ed emissioni, oltre che a controllare meglio l’impatto delle persone e delle loro attività sul pianeta.
L’IA è impiegata per affrontare il cambiamento climatico attraverso diverse applicazioni, tra cui l’ottimizzazione delle griglie energetiche per incrementare l’efficienza delle fonti rinnovabili, la manutenzione predittiva per ridurre i tempi di inattività nella produzione energetica e l’assistenza nella progettazione di materiali per infrastrutture sostenibili. L’Intelligenza artificiale coi suoi modelli può quindi aiutare a consumare energia in modo più intelligente e mirato, riducendo quindi anche le emissioni di gas serra. Le innovazioni tecnologiche e i modelli elaborati da IA consentono di elaborare previsioni sempre più precise sulle variazioni climatiche, offrendo strumenti capaci di analizzare vasti set di dati con una precisione in precedenza inimmaginabile.
Secondo Gerrit Kuhlmann, ricercatore presso l’Empa, laboratorio federale svizzero per la scienza e la tecnologia dei materiali e per la ricerca, l’osservazione satellitare della Terra e gli sviluppi dell’intelligenza artificiale possono aiutare i Paesi a valutare e controllare meglio l’entità delle loro emissioni.
Secondo un’analisi della World Meteorological Organization (WMO) dell’Onu, le tecnologie basate sull’IA offrono capacità di elaborare enormi volumi di dati, estrarre informazioni utili e migliorare i modelli predittivi. Ciò significa aumentare la capacità di prevedere eventi meteorologici estremi in modo da poter adottare misure più efficaci di mitigazione e adattamento. L’uso di dati più accurati può cambiare l’impatto che i disastri naturali hanno sulle persone e le economie.
Non è tutto oro quel che luccica, però. Secondo un’indagine promossa dalla “Climate action against disinformation coalition”, gruppo di organizzazioni ambientaliste di cui fa parte anche Friends of the Earth, le tecnologie legate all’IA causeranno con ogni probabilità un aumento del consumo di energia, oltre a contribuire in modo significativo sulla disinformazione in materia climatica. Anche l’IA, che come tutte le tecnologie, consuma grandi quantità di energia e ha una notevole impronta di carbonio o carbon footprint che parte dai computer utilizzati dalle sue tecnologie e dalle materie prime necessarie per realizzare quegli hardware. Basti l’esempio di ChatGpt: secondo le stime, lo strumento di OpenAI ha bisogno di una bottiglia d’acqua da 500 ml per una breve conversazione di circa 20-50 domande e risposte. Visto l’enorme bacino di utenti di ChatGPT, che ha raggiunto 100 milioni di persone in due mesi, l’impatto idrico può diventare enorme.
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