ILLUMINAZIONE
Lampioni, ormai è un disastro
Ne vanno cambiati cinquemila: il progetto A2A fa da base al bando ma l’emergenza durerà a lungo

Almeno duemila pali della luce bustesi vanno rimossi, cioè buttati via e sostituiti da altri più moderni ed efficienti, perché sono ormai irrecuperabili . Altri tremila dovranno essere invece riammodernati nei loro sostegni, per evitare che nel tempo divengano pericolanti. Ma praticamente tutti i 9mila lampioni - tranne rare eccezioni - saranno sottoposti al rinnovo dei corpi illuminanti, considerando che quelli attuali sono ormai troppo antiquati, con potenza scarsa, addirittura difficili da sostituire poiché i pezzi di ricambio sono in molti casi esauriti e persino finiti fuori produzione. Quelle lampade ormai non le fanno neanche in Cina.
Sono questi i dati più sconsolanti e allarmanti che emergono dall’indagine che l’azienda A2A ha effettuato sullo stato dell’illuminazione pubblica, in modo da presentare un proprio progetto di gestione al Comune. Si tratta di quella proposta operativa (giudicata dall’amministrazione più attraente di quella preparata da Engie) che ora farà da base al bando di gara per l’affidamento dell’intero comparto a un privato.
Nella seduta di giunta svolta prima di Natale, il sindaco Emanuele Antonelli e i suoi assessori (in particolare quello all’energia Alessandro Chiesa) hanno dunque avviato la procedura che consentirà di voltare pagina e riaccendere le luci sulle ormai oscure strade cittadine. Un’operazione che si spera possa andare a buon fine, a meno che di mezzo non si mettano imprevedibili ma non improbabili ricorsi, perché ormai Agesp Spa è in evidente affanno.
La stessa presidentessa Silvia Gatti ha di recente ammesso che questo servizio preso in carico temporaneamente (dopo il riscatto degli impianti da Enel Sole) ma diventato più duraturo del previsto, sta in effetti creando grossi problemi. Si fa il possibile per rispondere a tutte le richieste, tuttavia i tempi si allungano, si procede per priorità, spesso non si hanno i ricambi e - in ogni caso - la società partecipata può fare solo manutenzione ordinaria e non straordinaria.
Tornando all’analisi effettuata da A2A, il quadro che emerge è chiaramente demoralizzante, anche se le prospettive sembrano interessanti. La proposta parla di una gestione di diciannove anni, con l’85 per cento di investimenti concentrati già nei primi dodici mesi, per un totale di 10 milioni e 800mila euro in un biennio.
Sempre stando alle stime a cui dovranno attenersi i partecipanti al bando, i costi di fornitura dell’energia elettrica dovrebbero ridursi del 70 per cento. In più, grazie a questa offerta, una volta che il lavoro sarà completato, a Busto compariranno anche dieci nuovi sistemi per la lettura delle targhe, venti telecamere di videosorveglianza, dieci postazioni hotspot per il Wi-Fi, sei totem informativi, 5 punti di ricarica per le auto elettriche e 30 sensori di movimento. Poi ancora un attraversamento pedonale intelligente con sensore di movimento, l’attivazione del servizio smart parking (cioè con registrazione automatica telematica) su 700 posti auto e l’utilizzo della rete illuminante anche per alimentare le future luminarie natalizie.
Tutto questo è il futuro, nella speranza di iniziare a realizzarlo dal 2020, a meno che intoppi sempre possibili non mettano il bastone fra le ruote a chi sta lavorando all’operazione. Per adesso resta l’illuminazione zoppicante di questi ultimi mesi, piena di guasti e difficoltà. E ancora per un bel pezzo si continuerà a vivere nell’emergenza buio.
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