LA SENTENZA
«È arrivato Calimero». Lui reagisce: condannato
Settantenne di origine calabrese, preso in giro da novantenne del posto, gli tira un pugno in testa

«È arrivato Calimero, piccolo e nero». All’ennesimo sfottò, il settantasettenne calabrese non ci ha visto più: s’è avvicinato al tavolino del bar dove era seduto il novantenne che lo prendeva in giro per la statura e gli ha sferrato un pugno in testa. Non un “semplice” pugno, perché in mano aveva un mazzo di chiavi che hanno “amplificato” il dolore e le lesioni. E così quella che voleva essere una battuta (l’ennesima) s’è conclusa prima con un ricovero in ospedale, poi con un processo in Tribunale a Varese. Dove l’aggressore è stato condannato a sei mesi di reclusione, per lesioni personali aggravate, e a versare un risarcimento di 500 euro al novantenne, parte civile con l’avvocato Furio Artoni.
I fatti al centro del processo celebrato davanti al giudice Niccolò Bernardi risalgono al 2018. Tra i due protagonisti della vicenda non correva buon sangue. Il novantenne aveva l’abitudine di prendere in giro il “rivale”, chiamandolo come il famoso pulcino delle pubblicità televisive degli anni ‘60 e ‘70. Non certo un complimento, che la parte offesa ha ammesso di aver pronunciato più di una volta. L’imputato (assistito dall’avvocato Chiara Di Giovanni, sostituita dalla collega Eleonora Bracco) sostiene inoltre di esser stato additato anche come una persona che vive sulle spalle degli altri e dello Stato in quanto percettore di sussidi economici. Fatto sta che, stanco di essere preso in giro, quel giorno, all’ennesimo “Calimero”, è andato su tutte le furie e, impugnando le chiavi dell’auto, ha colpito il 90enne alla testa. Risultato: copiosa perdita di sangue, trauma cranico, trasporto al Pronto soccorso e prognosi di 25 giorni. Poi la denuncia e il processo. La difesa ha tentato la carta della provocazione, attenuante che non è stata però riconosciuta.
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