IL FENOMENO
Laveno, api aggressive perché senza nettare
I motivi dell’assalto al gelato sul lungolago: il cambiamento climatico e le fioriture insufficienti

Cambiamenti climatici ed un ambiente che muta. Sono anche questi due aspetti di cui tener conto nel guardare a quanto accaduto a Laveno Mombello domenica scorsa, 7 agosto, dove un gelato finito sul marciapiede lungo il porto ha scatenato un’invasione di api. Il fatto è riportato sulla pagina Facebook della Protezione civile di Laveno, intervenuta insieme a carabinieri e pompieri per risolvere un problema che poteva avere conseguenze più serie: quattro ragazzi sono stati punti dalle api ma senza conseguenze.
I CAMBIAMENTI CLIMATICI
Davide Chiodi, titolare dell’apicoltura il Gringo di Laveno Mombello, che ha arnie dislocate, oltre che lì, anche a Besozzo e Maccagno con Pino e Veddasca, esperto del settore, ha commentato il fatto dicendo che stiamo vivendo un momento di violenti cambiamenti climatici e le api mellifere, che producono il miele, più di altri insetti ne subiscono le conseguenze.
«Lo dimostra la vicenda che è accaduta sul lungolago di Laveno - spiega Chiodi - quando è bastato che cadesse un gelato per attirare qualche migliaio di api. Questi insetti, nel loro patrimonio genetico, si portano dietro centinaia di anni di conoscenza e sanno bene che da marzo a settembre, nella nostra provincia, devono trovare delle fioriture che garantiscano loro un ampio flusso nettarifero per il loro sostentamento e nei mesi di maggio e giugno».
FIORITURE INSUFFICIENTI
Spiega poi che il flusso dovrebbe essere così abbondante da far sì che riescano a produrre del miele in surplus che l’apicoltore andrà a sottrarre alla fine della grande fioritura, lasciando comunque loro il quantitativo di cui necessitano. «Purtroppo, prosegue, negli ultimi anni tutto questo non corrisponde esattamente alla realtà perché il grafico climatico sta cambiando e di conseguenza le fioriture non corrispondono più all’esatto bisogno delle api. Per natura le api, quando raggiungono circa il ventesimo giorno d’età, diventano api bottinatrici ed escono dall’alveare dal sorgere del sole sino al tramonto, compiendo milioni di viaggi nel raggio di 3 km per portare a casa il bottino, che dovrebbe essere il nettare dei fiori.
IL SACCHEGGIO
Purtroppo, per arrivare a quanto accaduto a Laveno, quando il nettare dei fiori viene a mancare loro si accontentano di qualsiasi sostanza zuccherina che trovano e in particolari casi di carestia può svilupparsi il fenomeno del saccheggio, come domenica sul lungolago. Le api cosiddette esploratrici trovano la fonte zuccherina, in questo caso il gelato caduto, poi tornano nel loro alveare e per merito di una particolare danza, fanno capire alle bottinatrici che c’è qualcosa di interessante da andare a raccogliere, così si mettono all’opera e prima dieci, poi cento e poi qualche migliaio vanno a cercare di portare a casa il più possibile, a volte facendo guerra con api di altri alveari, con la conseguente morte delle più sfortunate». Fenomeni, questi, che dunque non sono così isolati e che possono avere conseguenze anche più gravi qualora lo sciame trovi lungo il suo percorso persone magari allergiche alle punture di questi indispensabili insetti.
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