RISTORATORE GABBATO
Il sushi è più buono a sbafo
«Ho cenato con loro, ma non li conosco»: non paga il suo conto e quello dei tre commensali

«Sì, ho cenato con loro, ma non li conosco: proprio non so chi siano».
È riuscito a cavarsela con una storia che ha dell’assurdo un trentaduenne italiano che martedì sera, 2 giugno, è stato interrogato dai carabinieri della stazione di Laveno Mombello in merito alla cena a base di sushi non pagata.
Verso la fine della serata era partita una chiamata al 112 perché un gruppo di giovani non aveva pagato la cena a un ristorante molto apprezzato dagli appassionati di cibo giapponese.
Tutto è cominciato con tre di loro che si sono alzati da tavola a fine pasto e hanno abbandonato il locale, mentre al quarto, ultimo rimasto, una figura già nota alle forze dell’ordine, è arrivata la richiesta di pagare la cena di tutti.
All’incirca il conto che era stato presentato si aggirava sui cento euro.
Il titolare si è avvicinato, il trentaduenne non aveva contanti e ha chiesto di poter pagare con la carta di credito. Ma non aveva copertura, quindi il pagamento è stato rifiutato. Nel frattempo lui insisteva nel dire che «gli altri tre proprio non so chi siano».
Nel ristorante sono arrivati i militari di Laveno e anche a loro ha detto e ripetuto la stessa storia. Per denunciarlo per insolvenza fraudolenta, però, occorre la querela di parte, e quindi la denuncia del truffato, in questo caso il ristoratore. Che però non ha voluto sporgere denuncia e i quattro, di fatto, hanno cenato gratis a base di sushi e sashimi.
Se entro tre mesi, il tempo concesso dalla legge, il titolare non farà denuncia il reato si estinguerà.
E i quattro l’avranno davvero fatta franca.
Casi analoghi erano già successo in passato: anche quelle volte la cena dei clienti era rimasta sullo stomaco... al ristoratore.
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