TRANSIZIONE
Lavori in corso nel Varesotto per arrivare alla svolta green
L’analisi di Pio Parma: esperto del Teha Group (The European House-Ambrosetti). Ancora in difficoltà, le aziende si stano attrezzando con la formazione e la ricerca

La Provincia di Varese è pronta ad affrontare la transizione digitale e green nel mondo della mobilità? «Diciamo che si sta attrezzando. I presupposti per un futuro interessante non mancano». Ne è convinto Pio Parma, senior consultant area scenari & intelligence di Teha Group di The European House - Ambrosetti, un professionista che a questi temi dedica studi meticolosi e solidissimi. Tra i relatori dell’EconomiX Workshop di Prealpina.
In un’ottica di transizione green, il punto di partenza non è dei migliori per il nostro territorio. Aggiunge: «Rispetto agli altri capoluoghi lombardi, Varese è quello con il tasso di motorizzazione più elevato. Tuttavia ci sono dei segnali di miglioramento». Quali? «Si registra una crescente diffusione di auto elettriche e ibride, ovvero il tipo di veicoli verso cui auspichiamo evolva il mondo della mobilità. Non solo. Si prevedono anche interventi importanti a livello di infrastrutture e viabilità. Questo è un territorio baricentrico e dunque strategicamente rilevante sul piano geografico. Ci sono tutti gli elementi per immaginare un futuro interessante su questo fronte».
Certo, il processo non si preannuncia né troppo breve né privo di ostacoli. Come sottolineato da Parma nella sua relazione, «le principali difficoltà nell’avvicinarsi alla mobilità sostenibile sono il possesso di competenze adeguate e l’upgrade tecnologico». Lo si ricava da una survey effettuata tra un campione di imprese della provincia di Varese, i cui risultati sono stati elaborati da Teha Group. Alla domanda «quali sono le maggiori difficoltà che la sua azienda ha riscontrato per operare nell’ambito della mobilità avanzata?», il punteggio più alto (4,05) è andato all’opzione «livello di competenze inadeguato rispetto alle nuove sfide», seguita (a poca distanza: 3,95) da «livello tecnologico richiesto più elevato rispetto a quello disponibile in azienda». Da notare che all’ultimo posto si piazza «livello di risorse finanziarie da investire elevato rispetto alle disponibilità». Come a dire, non è un problema di soldi, quanto appunto di competenze. Non stupisce dunque che le aziende ritengano la formazione e la ricerca le attività più necessarie. In vista della transizione.
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