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Le oche mascotte di Parabiago
L’area verde di via Unione regala curiose presenze. Il commento dell’assessore: «Arrivate qui presumibilmente dal parco Castello di Legnano»

Il galletto di Parabiago, presente nello stemma comunale a simboleggiare ordine, vittoria e prodezza dell’epoca in cui l’odierna città era un villaggio sotto il presidio di Roma, potrebbe presto trovarsi a fare i conti con dei “temibili” rivali, altrettanto pennuti e maestosi, che stanno riscuotendo sempre più simpatie e curiosità tra i cittadini. Si sono infatti candidate a diventare le nuove ufficiose mascotte di Parabiago le oche che vivono stabilmente da oltre un anno nell’Oasi di Pace e di Bellezza di via Unione, un’area verde che sorge sulle rive dell’Olona alle propaggini della frazione di San Lorenzo.
A PASSEGGIO SUL MARCIAPIEDE
Il branco di oche, in un numero variabile tra le tre e le cinque, a seconda degli avvistamenti, ha dunque scelto Parabiago per insediarsi e spesso le si vede tranquillamente “passeggiare” anche sul marciapiede all’angolo dei giardinetti di via Benedetto Croce, sempre ordinate e prudenti da non scendere mai sulla sede stradale e per nulla intimorite dal passaggio delle auto o di qualche pedone. Passano il tempo a becchettare tra l’erba, a scrutare il circondario o a dormire, raccogliendo il lungo collo tra le piume, e qualcuno ha già pensato di dare loro un nome, zio Reginaldo, Guendalina Bla Bla e Adelina, ispirandosi alle colleghe oche del film di animazione “Gli Aristogatti”.
«Si tratta di oche domestiche reintrodotte in natura» spiega l’assessore all’Ecologia Dario Quieti: «Arrivate qui presumibilmente dal parco Castello di Legnano, dove alberga una numerosa colonia, navigando sulle acque dell’Olona. Un’ulteriore dimostrazione, e le oche, come anche il ritorno dei pesci, ne sono una chiara testimonianza, di come siano state efficaci tutte le azioni messe in campo dalle istituzioni per trasformare il fiume da “apparato escretore” di liquami di ogni sorta a corso d’acqua pulita e adatta al proliferare della vita. Per migliorare ulteriormente la qualità delle acque si sta lavorando anche per eliminare le schiume residue che in caso di piogge forti ancora arrivano dagli sfioratori delle vasche volano».
LE RACCOMANDAZIONI
Pur essendo di razza domestica, le oche di Parabiago sono comunque da considerarsi alla stregua di quelle selvatiche. «La raccomandazione - prosegue Quieti - è di non avvicinarsi troppo e, in caso, di farlo con cautela per non impaurirle, ma soprattutto si consiglia di non dare loro da mangiare perché questa pratica può renderle dipendenti dall’uomo e ridurre la loro capacità di procurarsi il cibo autonomamente, oltre a renderle meno diffidenti nei confronti degli esseri umani, il che può essere pericoloso».
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