INQUINAMENTO
Aria carica di veleni
Emergenza smog: dall’inizio dell’anno polveri sottili sempre oltre ai limiti
Emergenza inquinamento a Legnano.
Le misure di primo livello non sono servite a nulla, Milano è stata costretta ad anticipare quelle di secondo, bloccando anche i veicoli diesel con certificazione Euro 4.
A Palazzo Marino l’assessore alla Mobilità Marco Granelli parla di «emergenza con un superamento dei limiti allarmante», microgramma più micogramma meno la situazione è la stessa che si registra a Legnano: tanto per restare alle polvere sottili, il cui confronto è più facile, a Milano le centraline hanno fatto registrare una media di 74 microgrammi di Pm10 per ogni metro cubo di aria, mentre a Legnano il valore era di 72.
LE CONCENTRAZIONI
Di peggio ha fatto solamente Saronno, che è arrivata a 80.
Settimana difficile per Legnano: lunedì 13, il Pm10 era arrivato a 96, mentre martedì 14, a 81. La concentrazione di Pm 2,5 (le polveri supersottili che si infilano là dove le Pm10 grosse quattro volte tanto non riescono ad arrivare) hanno seguito la stessa dinamica, così come l’altro inquinante che nell’Alto Milanese sta creando non poche preoccupazioni è il monossido di carbonio, un gas incolore e inodore che se inalato in alte concentrazioni è pericolosissimo per la salute.
Tra lunedì 13 e martedì 14, la concentrazione di monossido è passata da 865 a 1.029 microgrammi per ogni metro cubo d’aria: mercoledì 15 le cose sono andate un po’ meglio (solo 795 microgrammi), ma nelle tabelle sulla qualità dell’aria il triangolino che segnala il superamento della soglia di attenzione è semplicemente passato dal viola di “pessimo” al rosso di “molto inquinato”.
Il confronto con i valori limite in questo caso è più complicato, perché la concentrazione si misura sulla media delle otto ore della giornata.
Di certo, però, una quantità tanto elevata di monossido di carbonio non contribuisce al benessere dei legnanesi, che tra l’influenza e l’inquinamento in questi giorni non sanno più chi incolpare per le loro difficoltà respiratorie.
Di certo, il 2020 non è partito bene. Per quanto riguarda la qualità dell’aria, il 2019 era stato un buon anno: secondo l’Agenzia regionale per l’ambiente era stato addirittura il migliore degli ultimi quattro, nei quali comunque già era stato registrato un miglioramento generalizzato.
Dati del Pm10 alla mano, a Milano i giorni in cui era stato registrato il superamento della soglia di 50 microgrammi erano stati in tutto 72 (contro i 21 di Varese), con una concentrazione media annua di 35 microgrammi sulla centralina che aveva fatto registrare i dati peggiori.
Come se fosse scattato un interruttore, appena iniziato il nuovo anno la situazione si è ribaltata: se le piogge di ottobre e novembre avevano pulito l’aria, a dicembre gli inquinanti hanno cominciato ad accumularsi e in questo gennaio hanno reso l’aria irrespirabile.
TRA L’ARANCIO E IL ROSSO
Il risultato è stato che negli ultimi 20 giorni l’indice di qualità dell’aria calcolato sulle base delle centraline che registrano i dati a Legnano ha sempre oscillato tra il bollino arancio di “inquinata” e quello rosso di “molto inquinata”.
Si può sempre fare di peggio, dopo c’è ancora il lilla di “pessima”. Poi però la scala è finita.
La speranza? Dalla prossima settimana forse potrebbe arrivare la pioggia, magari anche un po’ di neve.
Nel frattempo, i diesel restano in garage.
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