L’INDAGINE
Case chiuse in tutta Italia: anche a Legnano
Call center in Spagna, trenta appartamenti sparsi nella penisola, uno in via Grigna. Cinque arresti in un’operazione della Questura di Pescara

L’organizzazione era degna di una multinazionale: quando uno leggeva l’annuncio e telefonava per avere un appuntamento, a rispondergli era una ragazza albanese che spacciandosi per prostituta era in effetti la centralinista che gestiva un vero e proprio call center che si trovava in Spagna.
Dalla Spagna, la ragazza indirizzava i clienti verso la casa d’appuntamenti a loro più comoda: in Italia l’organizzazione disponeva di una trentina di appartamenti, e uno di questi era in via Grigna a Legnano. Una casa di proprietà di privati che era affittata a una società che di fatto era un’associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione.
A mettere fine al giro d’affari dell’organizzazione è stata la squadra mobile della polizia di Pescara. Nel 2017 la società aveva avuto la bella pensata di prendere in affitto un appartamenti nei pressi della Questura, il via vai di ragazze e clienti non era passato inosservato. Le indagini, avviate in modo discreto, hanno poi permeso di appurare che quella casa di appuntamenti faceva parte di un giro decisamente più complicato: a capo dell’organizzazione c’erano un milanese di 52 anni e un leccese di 29, da venerdì 12 in carcere insieme ad altre due persone perché destinatari di ordinanze di custodia cautelare. Una quinta persona, una donna colombiana di 37 anni, è invece stata messa ai domiciliari. La centralista albanese che stava in Spagna risulta invece ricercata, insieme a un’altra donna di origine rumena.
Secondo gli inquirenti, il giro d’affari gestito dall’organizzazione criminale era davvero notevole. Le trenta case di appuntamenti erano sparse un po’ ovunque sul territorio nazionale: oltre a Pescara ce n’erano anche a Roma, Firenze, Milano, Genova, Ferrara, Mantova, Cremona, Piacenza, Parma, Brescia, Lecce, San Michele di Bari e Modena. In ogni appartamento, Legnano compreso, c’erano almeno un paio di ragazze: le quali per lavorare pagavano tra i 400 e gli 800 euro alla settimana. Il che significa che moltiplicato per quattro settimane e poi per trenta alloggi il giro rendeva ogni mese tra i 90 e i 180 mila euro. Anche per questo l’inchiesta della Mobile di Pescara non è ancora conclusa: resta da capire chi e come procurava ragazze e appartamenti, l’indagine potrebbe riservare altre sorprese.
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