TRIBUNALE
Legnano, idraulico molesta la cliente: condannato
Un anno e 4 mesi a un tecnico della caldaia per un “toccamento” durante una riparazione

LEGNANO - Questione di punti di vista. Oggetto del contendere: una fugace pacca sul sedere data da un idraulico a una legnanese che lo aveva chiamato d’urgenza perché ritrovatasi con la caldaia di casa rotta al ritorno dal lavoro durante le vacanze di Natale di cinque anni fa. A leggere la sentenza di primo grado del Tribunale di Busto Arsizio, il «fugace toccamento» non si sarebbe spinto oltre la parte bassa del fianco. Insomma, non propriamente una zona erogena. Per questo, si è deciso che la condotta dell’imputato, un siciliano originario della provincia di Enna, oggi cinquantaseienne, integrasse il delitto di violenza privata e, in quanto tale, non meritasse più di cinque mesi di pena.
L’ATTO D’APPELLO
Il verdetto non ha però trovato d’accordo i pm di Busto Susanna Molteni e Flavia Salvatore. Non a caso hanno presentato un corposo atto d’appello per censurare quella sentenza gravata, a loro avviso, da un evidente errore di fondo. Secondo la pubblica accusa, sarebbe stato sufficiente leggere le dichiarazioni messe a verbale sia dalla vittima sia dal tecnico, in forza a una società di assistenza tecnica attiva h24 e reperita via Internet, per rendersi conto che «il toccamento» incriminato, iniziato dalla spalla, «ha raggiunto la natica». Potrebbe sembrare una questione di lana caprina. Non lo è affatto. Anche perché, sempre a seguire il ragionamento dei pm che hanno impugnato, «la natica, come da ormai consolidata giurisprudenza, è considerata a tutti gli effetti una zona erogena». Passaggio successivo: «La condotta al centro del processo non può che essere riqualificata come violenza sessuale». Nella forma lieve, certo, ma pur sempre violenza sessuale, perché l’idraulico ha dato vita «ad atti sessuali contro la volontà della vittima».
DA VIOLENZA PRIVATA A VIOLENZA SESSUALE
Premesso che le motivazioni non saranno depositate prima di un mese, i giudici della terza Corte d’Appello di Milano hanno dato ragione alla Procura di Busto Arsizio, riqualificando la violenza privata in violenza sessuale e alzando la condanna fino a un anno e quattro mesi. Non poco per quella che il tecnico ha poi liquidato come «una stupidaggine», sostenendo di essersi fatto trascinare dalla «fraintesa gentilezza della cliente». Cliente che aveva già capito che tirava una brutta aria quando il tecnico, effettuato l’intervento di riparazione, le aveva chiesto 200 euro, anziché le 150 pattuite appena arrivato. Alla richiesta di sconto della donna, le aveva replicato: «Se ti fai toccare, ti faccio lo sconto».
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