LA STORIA
Un tetto e un lavoro dopo lo sfratto e la disperazione
A Legnano la gara di solidarietà che ha coinvolto tutta Italia ha permesso di dare a Ignazio Cadoni una casa da condividere con la moglie e le due figlie. In attesa che il terzogenito possa guarire e raggiungerli

Felice. Sollevato. Emozionato. Ignazio Cadoni ha pronunciato tanti grazie stamattina, mercoledì 19 aprile, al maniero della contrada San Magno di Legnano dove l’associazione “Il Sole nel Cuore” ha fatto il punto sulla gara di solidarietà per la sua famiglia che, grazie alla Tv, ha coinvolto tutta la Penisola. E’ stato lieto fine: Ignazio ha trovato un lavoro e una casa da condividere con la moglie e le due figlie, in attesa che possa raggiungerli anche il terzogenito, Itan, nato lo scorso dicembre all’ospedale di Legnano, ma poi trasferito in altre strutture per curare alcune patologie congenite su cui i medici sono comunque ottimisti.
LA STORIA
La vicenda era esplosa lo scorso novembre quando l’uomo, che lavora nel mondo dell’edilizia come impermeabilizzatore specializzato, si era rivolto al Comune per chiedere una casa visto che era stato colpito da sfratto. Il motivo è che, a causa del Covid, da quasi un anno e mezzo aveva perso il lavoro e non riusciva a trovarne un altro. Un’ulteriore doccia fredda era arrivata subito dopo: l’amministrazione civica, non avendo alloggi disponibili, aveva proposto per la moglie (all’epoca incinta) e le due figlie una sistemazione in housing sociale, con il padre che avrebbe dovuto trovare un’altra sistemazione perché, per regolamento, non poteva accedere nello stesso alloggio. Una soluzione giudicata inadatta dalla famiglia perché Ignazio, di fatto, avrebbe dovuto dormire in auto. Nemmeno la successiva proposta di dare all’uomo un appartamento accanto a quello del resto della famiglia era apparsa idonea. Anche perché nel frattempo si era messa in moto la macchina della solidarietà da parte dell’associazione “Il Sole nel Cuore” presieduta da Valeria Vanossi.
LA GARA DI SOLIDARIETA’
«Il tema - ha detto quest’ultima - era non dividere la famiglia. Abbiamo deciso di dare notizia di come si sono risolte le cose perché era giusto spegnere i riflettori dopo la grande risonanza mediatica che la vicenda ha incontrato. Basti dire che tra telefonate, e-mail e messaggi social e whatsapp abbiamo ricevuto più di 800 offerte di aiuto. Addirittura una 85enne di Roma ha chiamato per contribuire, pur vivendo della sua pensione, con 10 euro. E poi un’associazione di signore di Torino che lavorano all’uncinetto ha spedito due copertine per il piccolo. Sono arrivati contributi perfino da Spagna e Brasile da italiani che hanno visto la storia in Tv». Ma oltre agli aiuti sono arrivati anche il lavoro (Ignazio è stato assunto in febbraio a tempo indeterminato da un’azienda legnanese, la Project Casa), e un alloggio, messo a disposizione a titolo gratuito dalla consigliera comunale Daniela Laffusa fino a quando non sarà aperto il nuovo bando per le case popolari. «Sono rimasto colpito - ha detto Ignazio - da tutti quanti hanno voluto dare una mano a me, che non sono nessuno. Non ho parole per ringraziare tutti. Il Sole nel Cuore e le sue volontarie sono sempre stati disponibili e fanno un lavoro stupendo. Ora delle mie figlie, quando sono al lavoro, si occupano dei nipoti che abitano a Cerro Maggiore. Speriamo che torni al più presto a casa anche mio figlio, che è in buone mani».
IL BAMBINO
Itan, il terzogenito, dopo la nascita è stato subito trasferito alla Macedonio-Melloni di Milano a causa di problemi respiratori. Ieri sono intervenuti anche il capo dipartimento della Pediatria della struttura milanese, Luca Bernardo e la dottoressa Silvia Di Chio, direttore della Terapia intensiva neonatale dello stesso ospedale. Il piccolo, hanno spiegato, è nato robusto e forte, ma ha dovuto essere intubato perché non riusciva a respirare a causa di un problema meccanico alle vie respiratorie sulle corde vocali, il che comporta anche problemi alimentari. Il bimbo a fine marzo è stato da ultimo portato al centro Bosisio Parini di Lecco: «Ci aspettiamo - ha aggiunto Bernardo - che entro l’anno di vita la situazione si sblocchi, altrimenti bisognerà intervenire in altra maniera. La cosa più bella di questa storia è essere riusciti ad aiutare questa famiglia non solo dal punto di vista economico, ma anche della dignità, con un tetto e un lavoro».
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