SPACCIO
In auto 7 chili di coca
Fermato ai controlli covid, corriere romano in manette
Cosa ci faceva un’auto targata Roma in giro per la città, non essendoci ancora l’autorizzazione a valicare i confini regionali? Quale buona ragione aveva l’uomo alla guida per essere “evaso” dalla Capitale? I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile se lo sono domandati quando, al posto di blocco, hanno visto arrivare il veicolo.
E così l’hanno fermato, per chiederlo direttamente a lui. Il laziale si è dimostrato molto nervoso, agitato, stizzito. Infastidito e refrattario a fornire qualsiasi tipo di spiegazione. Del resto quell’intoppo non ci voleva. Era probabilmente arrivato quasi a destinazione e la pattuglia ha rotto le uova nel paniere. Perché nella macchina nascondeva niente meno che sette chili di cocaina, un sequestro quasi record per una zona come l’Altomilanese al centro di molte operazioni antidroga. Manco a dirlo, il pubblico ministero Francesca Parola ha disposto l’arresto, lunedì il gip Luisa Bovitutti lo tele-interrogherà attraverso Teams, la piattaforma messa a disposizione della Giustizia.
Difficile ipotizzare una confessione né ancor meno un’apertura nei confronti degli inquirenti: giovedì sera il romano si è chiuso nel mutismo. Oltretutto non è stato facile per i militari trovare lo stupefacente che trasportava: non era sotto un sedile o nel portabagagli, il veicolo era stato preparato con alta professionalità da chi ha commissionato il viaggio al corriere laziale (che tra l’altro era incensurato). I carabinieri hanno perquisito a fondo ogni componente della carrozzeria e alla fine hanno scovato un vano creato abilmente per eludere controlli di sorta.
Ora gli investigatori approfondiranno la vicenda per capire in quale canale lavorasse il corriere e a chi stesse recapitando la cocaina. Emerge comunque un dato: da quando è cessato il lockdown, periodo in cui di droga non ne è circolata, questa settimana i sequestri hanno subito un’impennata su tutto il territorio che ricade sotto la competenza della procura di Busto Arsizio, che si estende fino a Malpensa. Si è rimessa in moto l’economia insomma, anche quella illecita.
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