VIA DELLE ROSE
Disabili maltrattati, due indagati
L’inchiesta non è stata archiviata: via agli interrogatori. Gli avvocati che difendono alcune famiglie hanno provveduto a depositare la perizia di parte

Le persone offese sarebbero almeno una mezza dozzina, l’indagine che in questi giorni sta entrando nel vivo con l’interrogatorio delle persone informate sui fatti adesso non è più a carico di ignoti. Prima di essere trasferito a Milano, il sostituto procuratore della Repubblica di Busto Arsizio Nicola Rossato aveva già identificato due possibili responsabili, ora iscritti nel registro degli indagati con le accuse di maltrattamenti e omessa custodia di persone incapaci.
Otto mesi di indagine
L’inchiesta sui primi mesi della gestione della residenza per disabili “Carlo Crespi” di via delle Rose non è ancora chiusa, allo stato è ancora possibile che tutto finisca in niente. Ma di certo le denunce presentare da Anffas e dai famigliari di quattro ospiti non sono rimaste lettera morta. Le prime denunce erano state presentate alla stazione carabinieri di Legnano nel novembre scorso, quando due famiglie avevano denunciato maltrattamenti a danno dei famigliari ospiti nella struttura. Alle prime due denunce se ne erano sommate altre due, poi era arrivata quella di Anffas Legnano. I problemi erano già stati segnalati l’agosto precedente, pochi mesi dopo l’inaugurazione. Lo scorso settembre la Cooperativa Anteo di Biella, che ha in gestione la struttura, aveva provveduto a sostituire i responsabili e buona parte del personale, ma secondo le famiglie la situazione era solo parzialmente migliorata. In seguito alle prime denunce, il 28 dicembre scorso i carabinieri della compagnia di Legnano, quelli del Nucleo anti sofisticazione e i funzionari dell’Azienda sanitaria territoriale avevano organizzato un’ispezione a sorpresa, senza però rilevare criticità. Se si esclude il servizio mandato in onda da “Chi l’ha visto?” lo scorso 14 febbraio, le rassicurazioni di Anteo e l’istituzione da parte del Comune di Legnano di una commissione per permettere ad amministrazione, cooperativa e famiglie di valutare insieme la situazione, da allora non erano più state registrate novità.
Iniziati gli interrogatori
Invece in questi ultimi mesi l’inchiesta è andata avanti. Dopo un’iniziale battuta d’arresto dovuta al trasferimento del pubblico ministero titolare del procedimento dalla Procura di Busto Arsizio a quella di Milano, il fascicolo è stato riassegnato al sostituto procuratore Susanna Molteni, che valutata la situazione ha deciso di proseguire sulla stessa linea di chi l’aveva preceduta. Anche perché nel frattempo almeno altre famiglie si sarebbero rivolte alle forze dell’ordine per presentare denunce che nei contenuti non sarebbero poi molto dissimili a quelle presentate lo scorso dicembre. Per questo nei giorni scorsi i pubblici ufficiali cui è stata delegata l’indagine hanno provveduto a convocare una serie di persone informate dei fatti per raccogliere informazioni che potrebbero confermare o smentire le ipotesi di accusa formulate dai denuncianti.
La perizia legale
Nel frattempo, lo studio legale Rigamonti-Dosso di Legnano, che difende gli interessi di due pazienti ormai dimessi da tempo, ha provveduto a depositare in Procura i risultati della perizia di parte medico legale - tossicologica sulle condizioni di uno dei suoi assistiti: «Il documento sostiene la compatibilità tra le lesioni riscontrate e condotte violente ai danni della paziente, oltre a rilevare un massiccio impiego di farmaci sedativi – affermano i legali -. Le fotografie parlano da sole, a luglio la donna era in spiaggia a fare il bagno e a gennaio dopo la dimissione dalla residenza gestita da Anteo voluta dai famigliari è stata ricoverata in psichiatria, costretta su una sedia a rotelle e incapace di reggersi in piedi. L’inchiesta sta facendo il suo corso».
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